
Celebriamo insieme una vittoria per Venezia: l’Arte delle Perle di vetro è patrimonio Unesco: le perle veneziane sono Patrimonio dell’Umanità.
Un grande traguardo per Venezia e per l’Artigianato veneziano: l’Unesco ha ufficialmente inserito l’Arte delle Perle di vetro nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’Umanità, riconoscendo la maestria di un’arte di origini antichissime (le prime testimonianze di perle prodotte a Venezia risalgono al Trecento) e ampliando le occasioni di disseminazione e scambio.
L’Hotel Aquarius in Campo San Giacomo dall’Orio. celebra l’inserimento dell’arte delle perle di vetro nella lista Unesco con una mostra e una serie di eventi.
Il “fare perle” in mostra
Mercoledì 30 giugno alle 18 all’Hotel Aquarius il genio veneziano si esprime con la performance Yes We Bead progettata dall’arch. Alessandra Gardin. Sarà il primo passo per Through, un’opera realizzata con antiche conterie e frammenti di mandrini di rame, che verrà installata sul portale di Palazzo Pemma-Zambelli in settembre 2021.
A seguire il Premio Rosetta 2021, un riconoscimento creato da Alessandro Moretti, alle personalità che più si sono distinte nella salvaguardia, promozione, diffusione, valorizzazione o trasmissione dell’Arte delle Perle di vetro.
Le mostre, i film
Con la mostra fotografica Di mano in mano – Handing all’hotel Aquarius, le foto di Manuel Silvestri raccontano le mani della creatività veneziana e un mestiere antico che a Venezia da secoli continua a produrre perle di vetro e gioielli preziosi. Per le maestre perlere e gli artisti del vetro la mostra è un dono di rinascita e di fiducia per il futuro della città e delle sue Arti.
Il film L’Art de la perle de verre, con la regia di Andrea Rizzo, realizzato in occasione della candidatura ICH dalla comunità veneziana Comitato per la Salvaguardia dell’Arte delle Perle di Vetro Veneziane insieme alla comunità francese dei Perliers d’Art de France, racconta tutta l’emozione con cui è stata portata avanti la lunga candidatura delle perle e lo spirito indomito delle Impiraresse e Perlere.
Sullo schermo anche il film corto Anime, realizzato dall’Associazione Arte-Mide con la regia di Marco Rossitti, presentato alla Biennale del Cinema di Venezia nel 2019.
La candidatura
Piccole opere d’arte: le perle di vetro per secoli sono state per la Serenissima una preziosa merce di scambio e d’esportazione in tutto il mondo. Solo nella città di Venezia si contano più di 300 artigiani del vetro, autentici custodi di un’arte che racconta la storia di Venezia.
Il progetto di candidatura è stato promosso da due comunità europee: la Comunità delle Perlere veneziane, rappresentate dal Comitato per la Salvaguardia dell’Arte delle perle di Vetro Veneziane per l’Italia (capofila) e la Comunità dei perlai francesi, rappresentati dall’Association des Perliers d’art de France per la Francia.
Il lavoro di squadra è iniziato nel 2013, e nell’autunno del 2017 la domanda formale di candidatura è stata presentata alla Commissione UNESCO a Roma. Da quel momento sono iniziati i lavori di stesura del dossier ad opera di un comitato di pilotaggio internazionale composto, per la parte italiana, da: Eliana Argine, Claudia Cottica, Maria Teresa Sega, Luisa Conventi, Cristina Bedin, Cristina Sfriso, Muriel Balensi e Marisa Convento.
I lavori hanno avuto il fondamentale coordinamento tecnico scientifico dei Ministeri per la Cultura, nello specifico del Servizio II – Ufficio UNESCO del MiBAC (Dott.ssa Maria Assunta Peci e Dott.ssa Elena Sinibaldi). L’intero percorso è stato appoggiato dal Comune di Venezia (Dott.ssa Ermelinda Damiano e Dott.ssa Katia Basili) e dalla Regione del Veneto.
Il percorso ha fatto emergere qualcosa che noi veneziani sappiamo per istinto: l’Arte delle perle di vetro cela sfaccettature immateriali dal grande valore etico e sociale come potrebbe essere il linguaggio specifico, le memorie, i gesti, gli strumenti, i luoghi dedicati a quest’arte (ad esempio Calle delle Conterie, nel sestiere di Cannaregio).
La community delle perle
La perla di vetro è di per sé un oggetto che rappresenta il frutto delle mani e del cuore di qualcuno. La sua arte ha ricevuto il riconoscimento Unesco non dall’alto ma dal basso: è stato un gruppo di cittadini, Perleri e Impiraperle, a portare la richiesta al MiBAC e all’Unesco.
Il Comitato per la Salvaguardia dell’Arte delle Perle di Vetro è stato portavoce di una richiesta di diritto umanitario: essere considerati i detentori di saperi e tradizioni preziose, patrimonio e ispirazione per il mondo.
Questa nomina è un accadimento epocale per le comunità di Venezia e di Francia, che sancisce il diritto alla libertà, al lavoro, alla pace, all’amicizia tra i popoli e che sottolinea un legame di appartenenza, di identificazione in una tradizione e in uno stile di vita, di pratica di un mestiere che si ama, di distinzione dei propri elementi di diversità locale, di trasmissione dei valori fondanti della propria comunità e di relazione con altre comunità, che abbracciano i nostri stessi ideali in un diritto al patrimonio culturale condiviso.
E forte è il senso di appartenenza, l’inclusività, i valori culturali di questo mestiere, comuni a tutta la società civile italiana e francese, le innovazioni, l’attenzione per la sostenibilità con il riutilizzo dei materiali, il fatto che sia un modo per stimolare la creatività e contribuire allo sviluppo durevole, e quindi sostenibile, del territorio.
Il dossier mette in evidenza le diverse pratiche di lavorazione specificandone alcune: la perla detta a “lume”, tecnica risalente al Seicento che si ottiene da una canna non forata (massiccia) e riscaldata a fiamma (o “lume” per l’appunto), poi colata su un filo metallico tenuto manualmente e in costante rotazione, la perla da “canna” realizzata attraverso il taglio e la molatura di canne di vetro forate, l’infilatura di minuscole perline di vetro (conterie) o la realizzazione in fornace di canne di vetro.
L’arte delle Perle di vetro è un legame intimo e di prosperità in un territorio, capace di mettere in luce i saperi tramandati da secoli di procedimenti ponderati e calcolati con strumenti fatti a mano. Dalla candidatura risulta che quest’arte protegge e incoraggia l’amore e la passione del “saper-fare” come condizione sociale e culturale e non focalizzata sull’oggetto creato.
È importante ricordare che quest’arte è un sentimento vivo e insito in ogni veneziano. Lo fa notare Cristina Bedin, Presidente del Comitato per la Salvaguardia dell’Arte delle Perle di Vetro Veneziane:
“Nel territorio veneziano, l’arte delle perle di vetro accompagna la nostra vita. In molte famiglie c’è una perlera, un perler, un’impiraressa, un molatore o un maestro del vetro. I loro gesti, i ricordi, il linguaggio particolare, spesso legato al cucito e alla cucina, i luoghi dedicati all’arte delle perle di vetro impregnano la quotidianità di tutta la società veneziana.”
L’Impiraressa e la sua storia
Il termine Impiraressa, letteralmente infilaperle, deriva dal verbo veneziano impirar, infilzare, e indica una particolare professione – esclusivamente femminile – nella produzione di collane e monili di perle. Il lavoro della impiraressa consiste nell’infilare piccole perle di vetro, dette conterie, per produrre collane, fiori, pendenti, merletti di vetro, decorazioni.
A Venezia la parola conterie indica le perle, ma anche specificatamente indica il luogo a Murano dove si producevano questi manufatti. Le fasi di lavorazione di queste perle erano complesse e molteplici, generalmente eseguite da manodopera maschile, ma l’ultima fase, quella della filatura, erano di pertinenza delle donne.
Marisa Convento è uno dei più autorevoli narratori di questa storia di genio veneziano
Creativa e generosa nel raccontare la storia delle perle nel mondo, Marisa crea gioielli con le perle e rappresenta l’indomita perseveranza di una vera artigiana creativa. Il suo laboratorio è nell’eclettica Bottega Cini, nel cuore del Miglio dell’Arte, e il luogo dove promuove e sostiene la causa è il suo sito Venetian Dream e la sua ricchissima pagina Facebook.
Il termine veneziano impiraressa esiste nella sua sola accezione al femminile. La delicata e raffinata declinazione del vetro nella produzione di perle costituisce un’incredibile e inaspettata forma creativa: la perla veneziana era ieri strumento di scambio, oggi è espressione originale di un’opera d’arte e di un mestiere antico e ancora vivo.
Quella delle perle veneziane rappresenta un’importante produzione, la cui origine risale nei secoli: già nel 1338 è documentata una spedizione in barile da Venezia di paternostri di vitro (grani di vetro per le corone del rosario).
Storicamente le perle “a lume”, le conterie e la perla Rosetta erano molto richieste nelle colonie veneziane dell’Africa Occidentale, delle Americhe e in India. Portate in questi paesi lontani da compagnie straniere a bordo delle navi, venivano usate come preziosa monrta di scambio (trade beads). Con esse si poteva acquistare oro, spezie, materie di pregio.
I maestri dell’Arte delle Perle di vetro di Venezia
L’artigianato di Venezia, un patrimonio sempre di moda. Il contributo di Venezia da Vivere è raccontare ogni giorno l’amore profondo per questa città unica. Il nostro impegno è il comunicare la sua bellezza, la sua creatività, il suo essere centro di produzione, motore di idee e progetti, valorizzato dal patrimonio più prezioso: i cittadini.
Per finire, vi presentiamo alcuni amici, Maestri dell’Arte delle Perle di vetro di Venezia, genio Veneziano:
– Marisa Convento
– S.U.V.
– Muriel Balensi
– Luisa Conventi
– Perlamadre Design
– Attombri
– Sorelle Sent
– Ercole Moretti
– Sunset Yogurt
– Atelier23
La scoperta di perle veneziane giunte non America prima di Colombo
In una recente scoperta archeologica a Punyik Point, nello stato statunitense dell’Alaska, si sta rimettendo in discussione la storia grazie al ritrovamento di diverse perle veneziane in vetro di Murano che risalgono prima dell’arrivo di Colombo in America.
Una sorprendente testimonianza fatta da Mike Kunz e Robin Mills, archeologi del Bureau of Land Management, data la spedizione tra il 1440 e il 1480, ovvero 50 anni prima del viaggio di Cristoforo Colombo. Si pensa il viaggio nelle Americhe sia stato percorso via terra attraverso la Via della Seta, già percorsa dal veneziano Marco Polo duecento anni prima, e poi attraverso lo stretto di Bering.
In foto Marisa Convento, Perlamadre, Atelier23, Suv Venetian Beads, Attombri, Luisa Conventi, Sunset Yogurt, The Venice Glass Week by Op-Fot. Foto di Sertimo Cannatella, Laura Scarpa, Octavian Micleusanu, per Venezia da Vivere.