
La 17ma edizione della Mostra Internazionale di Architettura di Venezia inizia il 22 maggio 2021. Fino al 21 novembre 2021 i cancelli della Biennale saranno aperti al pubblico con eventi, incontri, spettacoli.
Dopo un’attesa di un anno, fatto di riflessioni e idee, la stretta relazione con il titolo premonitore della mostra stessa How will we live together? ci mette in chiara luce sul cosa rappresenterà la Biennale per questo 2021.
“Non è stato un anno perso – ha detto il presidente Cicutto durante la presentazione della Biennale alla Conferenza stampa in Streaming, citando il regista Ermanno Olmi – Non pensate che i tempi morti siano inutili, sono molto importanti se servono a comprendere che cosa dovevamo e dobbiamo fare e quali sono gli obiettivi del nostro agire. Io credo che quest’anno in più, che ha avuto la Biennale di Architettura, ha aiutato la creatività, gli artisti a compiere il loro dovere, anche sociale e morale. Mai come oggi c’è necessità di architettura”.
I pensieri del curatore Hashim Sarkis
Il docente e ricercatore Hashim Sarkis, nominato curatore alla 17.ma Mostra di Architettura dal presidente della Biennale di Venezia in uscita Paolo Baratta, descrive la sua Biennale come un progetto allargato, in cui i curatori dei padiglioni nazionali sono tenuti a collaborare per ripensare l’architettura oggi. “L’architettura può esistere dopo la pandemia? – si chiede Hashim – Il titolo della mostra, in un anno, è diventato un concetto ironico, ma c’è un collegamento stretto. Le disuguaglianze sociali ci hanno fatto riflettere, attraverso l’architettura come pensiero, come idea di creare collaborazioni.”
Ciò ha avuto il suo inizio con la mostra Le muse inquiete coordinata da Cecilia Alemani, prossima curatrice della Biennale Arte 2022, in cui tutti i curatori delle Biennali (Arte, Architettura, Danza, Teatro e Cinema) avevano lavorato insieme per un importante omaggio che percorreva la storia della Biennale in sei epoche: dagli Anni del Fascismo (1928-1945) alla guerra fredda e ai nuovi ordini mondiali (1948-1964), dal ’68 alle Biennali di Carlo Ripa di Meana (1974-78), dal Postmoderno alla prima Biennale di Architettura fino agli anni ’90 e l’inizio della globalizzazione, grazie all’allestimento di materiale anche inedito fornito dall’ASAC, l’Archivio Storico delle Arti Contemporanee di Venezia.
La Biennale 2021 in programma
63 i Paesi partecipanti con quattro new entry: la Repubblica dell’Azerbaigian, Grenada, Iraq e Uzbekistan. 112 le opere di partecipanti provenienti da 46 Paesi con una prevalenza da Africa, America Latina e Asia in uguale rappresentanza di uomini e donne.
Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dal Ministero della Cultura, Direzione Generale Creatività contemporanea, è a cura di Alessandro Melis. Classe 1969, l’architetto cagliaritano e professore di innovazione dell’architettura presso l’Università di Portsmouth (UK) con “Il progetto Comunità Resilienti affronta temi di grande urgenza come il cambiamento climatico e la resilienza delle comunità. Si tratta di un percorso di mostra molto divulgativo e coinvolgente, il Padiglione Italia sarà un’occasione per riflettere su come rispondere positivamente in futuro alla pressione sociale ed ambientale attualmente in atto”. È quanto annunciato dal Ministro per i Beni e le attività culturali Alberto Bonisoli.
La Biennale Architettura 2021 è organizzata in cinque “scale” (o aree tematiche), tre allestite all’Arsenale e due al Padiglione Centrale: Among Diverse Beings, As New Households, As Emerging Communities, Across Borders e As One Planet.
Parte della mostra anche il contributo di 5 architetti internazionali, autori di un progetto dedicato al tema del gioco e allestito a Forte Marghera.
Fuori concorso
Fuori concorso sono confermati: Stations + Co-Habitats, ricerche sulle cinque scale e relativi casi studio sviluppate da ricercatori provenienti da università di tutto il mondo (Architectural Association, American University of Beirut, The Bartlett, Columbia University, The Cooper Union, ETH Zürich, Ethiopian Institute of Architecture, Building Construction and City Development EiABC, ETSAM – Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Madrid, Harvard University, Hong Kong University, Università Iuav di Venezia, KIT Karlsruhe, KU Leuven, Rice University e il Venice Lab, un consorzio di gruppi di ricerca del MIT); la partecipazione speciale dell’artista israeliana Michal Rovner al Padiglione Centrale; il progetto speciale UN Assembly for the Future dello Studio Other Spaces rappresentato da Olafur Eliasson e Sebastian Behmann; l’istallazione esterna ai Giardini How will we play sport together? dedicata al tema dello sport; l’evento della Vuslat Foundation, che si concentra sul cambiamento di idea di spazio da vedere e ascoltare, attraverso un’installazione di Giuseppe Penone in Arsenale.
La Biennale di Venezia si evolve rispetto alla Biennale che conosciamo, utilizzando diverse piattaforme di comunicazione, oltre a quelle che già conosciamo dei social media.
Dal 23 luglio al 1 agosto all’Arsenale ospiterà, nella sezione della Mostra intitolata Among Diverse Beings, il 15.mo Festival Internazionale di Danza Contemporanea con installazioni e danzatori-coreografi di Biennale College.
In programma Meetings on Architecture con una serie di dialoghi con architetti e studiosi di tutto il mondo, i quali cercheranno di rispondere alla domanda How will we live together? affrontando le nuove sfide sul cambiamento climatico, sul ruolo dello spazio pubblico nelle recenti rivolte urbane, sulle nuove tecniche di ricostruzione e le forme mutevoli dell’edilizia collettiva, sull’architettura dell’educazione e l’educazione dell’architetto, sul rapporto tra curatela e architettura.
17 Eventi Collaterali gratuiti, promossi da enti e istituzioni nazionali e internazionali, sono programmati in diverse location in città.
E la collaborazione, confermata per il quinto anno consecutivo, con il Victoria and Albert Museum di Londra che, attraverso il Progetto Speciale al Padiglione delle Arti Applicate all’Arsenale (Sale d’Armi A) dal titolo Three British Mosques a cura di Chris Turner, Ella Kilgallon e Shahed Saleem, presenta la multiculturalità e lo spirito di adattamento della comunità in discussione all’islamofobia diffusa con interventi e proiezioni di docu-film di Julie Marsh. Un modo per esplorare il rapporto tra culture che spesso si scontrano e si incontrano.
L’architettura della moschea in Gran Bretagna incarna questo legame, che nelle epoche si rimodella con un proprio linguaggio come nuovo tessuto urbano. Il concetto è che qualsiasi gruppo di persone può aprire una moschea, semplicemente stabilendo uno spazio come luogo di preghiera, generando così una decontestualizzazione degli ambienti esistenti, quali case, negozi, cinema, persino pub in adattamenti di culto.
Leone d’Oro a Lina Bo Bardi
Leone d’Oro speciale alla memoria a Lina Bo Bardi (1914-1992), architetta, designer, scenografa, artista e critica italiana naturalizzata brasiliana. Il riconoscimento verrà celebrato sabato 22 maggio nel corso della cerimonia di inaugurazione della Biennale Architettura 2021.
“Se esiste un architetto che meglio di ogni altro rappresenta il tema della Biennale Architettura 2021 questa è Lina Bo Bardi. La sua carriera di progettista, editor, curatrice e attivista ci ricorda il ruolo dell’architetto come coordinatore nonché, aspetto importante, come creatore di visioni collettive. Lina Bo Bardi incarna, inoltre, la tenacia dell’architetto in tempi difficili, siano essi caratterizzati da guerre, conflitti politici o immigrazione, e la sua capacità di conservare creatività, generosità e ottimismo in ogni circostanza.
Tra le sue opere spiccano edifici imponenti che con il loro design coniugano architettura, natura, vita e comunità. Nelle sue mani l’architettura diviene effettivamente una forma di arte sociale capace di favorire l’incontro. L’esempio più alto di questa attitudine è il progetto del Museo di San Paolo, emblematico per la sua capacità di creare uno spazio pubblico per l’intera città, di realizzare spazi interni flessibili e di essere adatto a ospitare esposizioni sperimentali e inclusive, come quelle della stessa Bo Bardi.
I titoli delle mostre che vi si sono svolte (The House as Soul, The Dignity of Architecture, The Hand of the Brazilian People) valgono da soli a illustrare molto efficacemente la capacità dell’architettura di unire le persone. Il Leone d’oro speciale alla memoria a Lina Bo Bardi rappresenta il riconoscimento, dovuto ormai da tempo, di una prestigiosa carriera sviluppatasi tra Italia e Brasile e di un contributo volto a riconsiderare il ruolo dell’architetto come facilitatore della socialità.
Rappresenta infine, il tributo a una donna che rappresenta semplicemente l’architetto nella sua migliore accezione.” Sono le parole di Hashim Sarkis.

Atelier Aperti special edition
I digital tour con Instagram di Venezia da Vivere sono pronti per partire e farti scoprire il grande evento della Biennale di Venezia.
Insieme visiteremo i padiglioni ai Giardini e l’Arsenale della Biennale e la città, tra laboratori e atelier di architetti e designer veneziani, che ci guideranno alla scoperta di Venezia tra creatività e tanta architettura.
Connettiti a @veneziadavivere su Instagram e Buona Biennale a tutti 😉
Per maggiori informazioni sugli eventi in programma visitare il sito www.labiennale.org.
Di Lucia Pecoraro aka @luciapecoraro_ in Instagram.
In copertina “Portrait Lina Bo Bardi and glass easel with a Van Gogh at MASP construction site courtesy Instituto Bardi”.