L’isola di Torcello ospita un luogo meraviglioso dove il silenzio, l’arte e la natura convivono armoniosamente: la Casa Museo Andrich è una perla nascosta tra velme e barene, una galleria d’arte che muta le sue forme in un orto, giardino storico di ben 11.000 mq e fattoria didattica dove poter regalarsi una fetta di paradiso.
A Venezia non è semplice trovare un luogo dove il silenzio è capace di trovare forme nuove e inedite. Le tradizionali rotte del turismo spesso dimenticano che la città è immersa in un regno d’acqua e terra, mobile e immobile, mutabile a seconda dei venti, delle maree e della forza dell’Uomo. La lentezza è un bene prezioso che se riscoperto può regalare emozioni uniche e esperienze indimenticabili, per riflettere su sè stessi e sul tempo che passa.
Torcello è un’isola nascosta nel cuore della laguna veneziana dove il tempo scorre secondo parametri differenti rispetto a quelli che siamo abituati ad affrontare e gestire. Un lembo di terra lontana dal centro storico e che vive in una dimensione surreale, quasi aliena rispetto alla movimentata vita delle isole più grande della laguna.
Nelle giornale di sole la si distingue subito per la forma squadrata del suo campanile e la mole della sua cattedrale, sospesa tra acqua e cielo sulla linea di orizzonte che guarda a Oriente, verso i Balcani. Sembra quasi scivolare sopra le cime della spessa cortina di cannucce di palude che contorna la Laguna, lasciando a sprazzi intravedere il colore rosa e malva dei fiori di limonium che tappezzano le barene che l’avvolgono: è Torcello la bella, l’isola viola della laguna veneta.
Su questa fetta di eden risiedono solamente dieci persone, dieci individui che continuano a vivere secondo ritmi che assecondano una realtà tutta da scoprire. Una di queste è Paolo Andrich, che nel 2003 – alla scomparsa di suo zio, l’artista Lucio Andrich – ha deciso di lasciare la sua vita precedente alle spalle e dedicarsi all’arte, alla natura e al silenzio.
A Torcello Paolo gestisce e anima la Casa d’Artista Paolo Andrich, la tenuta che suo zio Lucio e sua moglie Clementina avevano scelto per dedicarsi completamente all’arte. Di professione urbanista, nato in Svizzera e vissuto molti anni in Francia, Paolo Andrich è un personaggio incredibile, protagonista di un luogo e di una storia che tra le sue pieghe dimostra come la vita, spesso, prenda direzioni impensabili.
Casa Museo Andrich si può raggiungere prendendo la linea 12 del vaporetto dalla fermata di Venezia Fondamenta Nuove, oppure la linea 9 partendo dall’isola di Burano. Si scende alla fermata Torcello e, dopo un breve tragitto, s’imbocca un sentiero che dopo circa quattrocento metri, tra l’ombra di un alloro e una robinia, porta alla Casa, miraggio tra acque mobili e terre immobili, sotto un cielo che spesso si confonde con la vastità dell’acqua salmastra, solo qua e la intervallata dai lunghi e sottili corpi dei giunchi.
Lo zio Lucio Andrich, originario di Agordo, aveva a lungo insegnato presso l’Accademia di Belle Arti come docente di mosaico. In seguito si è dedicato alla scultura, alla pittura, all’incisione e alla lavorazione del vetro. Una volta scomparso, Paolo ha erediato la sua casa e ora la gestisce come una residenza, una galleria d’arte e una fattoria didattica per turisti, studenti, appassionati di cultura, ma anche come porto franco per i suoi amici, che alla sera arrivano per cenare portando pesce e vino.
La Palude Rosa, così si chiama la zona di Laguna dove si affaccia la Casa di Paolo Andrich, e guardata “dall’alto” da una collinetta, luogo previlegiato dal quale il padrone di casa scruta il movimento del mondo.
Tra fenicotteri e coltivazioni di carciofi violetti, vera prelibatezza della casa, la dimora si presenta come un vera e propria sala d’esposizione. È decorata con le famose incisioni su carta e su vetro dello zio Lucio Andrich, oggetti che l’hanno reso celebre. Ad adornare la casa ci sono poi le tele realizzate dalla moglie, che, grazie alla trama intrecciata con eccellente abilità, creano degli effetti di luce sorprendenti.
A qualche centinaia di metri c’è la celebre Locanda Cipriani, dove risiedette nel 1948 per qualche tempo Ernest Hemingway durante la stesura de “Di là dal fiume tra gli alberi”, ma qui l’unica cosa che conta è il silenzio e la natura.
“Da qui si capisce com’è nata Venezia, si riesce a immaginare come fosse il centro storico senza i palazzi”, sostiene Paolo in una bella intervista a Silvia Zanardi. E come dargli torto: Venezia prima di Venezia, un tunnel spazio temporale per scoprire cosa c’era prima di noi.
E’ possibile esplorare la magia di Torcello e della Casa Museo Andrich grazie alla sapiente guida di Paolo e del suo cane Wagner: la visita alla Casa Museo e all’orto-giardino accompagnata dal racconto della storia di Venezia e del suo originario nucleo fondativo Altino-Torcello è un’esperienza che consigliamo a tutti.
Casa Museo Andrich e Venezia da Vivere per Art Biennale Experience
Quest’anno Casa Museo Andrich ha collaborato con #ArtBiennaleExperience per il #BiennaleInstameet, un progetto curato da VeneziadaVivere.com. All’evento hanno partecipato un gruppo di Instagramers giunti in laguna per raccontare il Vernissage della Biennale d’Arte 2017, dal titolo “VIVA ARTE VIVA” curata da Christine Macel. Con i live-blogging su Veneziadavivere.com, sui social network di @Veneziadavivere e, naturalmente, nei rispettivi profili social dei partecipanti all’instameet, abbiamo raccontato l’evento a Venezia.
Martedì 9 maggio gli instagramers, dopo essere stati guidati da Paolo Andrich alla scoperta di Torcello e della sua residenza, hanno assistito in anteprima a Fatalità, performance e mostra di Laura Rambelli con musiche di Naomi Berril e styling di Ilaria Biggi, uno dei numerosi eventi collaterali della 57. Biennale d’Arte che intendono allargare i confini della mostra fino alle periferie veneziane.
L’artista di Ravenna ha installato alcune sculture create in materiale ecologico nella laguna attorno e all’interno del Museo Casa Andrich nell’Isola di Torcello: durante l’inaugurazione Laura Rambelli ha eseguito inoltre una performance accompagnata dalla musicista Naomi Berrill e dai costumi disegnati dalla stilista Ilaria Biggi.
Ringraziamo Lieta Zanatta, autrice del brano “Sulle Orme di Hemingway” e pubblicato sul sito www.museoandrich.com, che attraverso le sue parole, impressioni e emozioni dedicate all’Isola di Torcello, ha ispirato questo testo.
Le foto sono di Lorenzo Cinotti, @celestalis, Hulya Ozkurt, @hulyaozkurt, Francesca Occhi, @venicevisions, e Paola Franqui, @monaris_, per Venezia da Vivere.
Casa Museo Andrich
Fondamenta dei Borgognoni, 4/L
30142 Isola di Torcello, Venezia
Tel +39 041 735542
pandrich@yahoo.com
www.museoandrich.com
Orari di visita
Sono 10.30 – 11.30 – 14.30 – 15.30 – 16.30 – 17.30 e il costo è di 12 euro. Si può prenotare una visita guidata chiamando direttamente Paolo o dal sito di www.veneziaunica.it