
La Biennale di Venezia apre il 29 agosto fino a dicembre con “Le muse inquiete – La Biennale di fronte alla storia”, la mostra di tutti i curatori coordinata da Cecilia Alemani
A 125 anni dalla sua fondazione la Biennale di Venezia nel 2020 si trova di fronte a un passo inatteso della storia, e come molti – persone e progetti – che non hanno voluto arrendersi apre dal 29 agosto all’8 dicembre 2020 una mostra che presenta La Biennale nella sua complessità: “Le muse inquiete – La Biennale di fronte alla storia”. Il riferimento è al dipinto di Giorgio De Chirico, Le Muse inquietanti, esposto in Biennale nel 1948.
La mostra narrerà i momenti in cui La Biennale e la storia si sono intrecciate a Venezia, e sarà curata da tutti i direttori dei sei settori artistici: Cecilia Alemani (Arte), Alberto Barbera, (Cinema), Marie Chouinard (Danza), Ivan Fedele, (Musica), Antonio Latella, (Teatro), Hashim Sarkis, Direttore della 17.ma Biennale Architettura del 2021, con il coordinamento di una delle donne più influenti nel settore dell’arte contemporanea: Cecilia Alemani, già curatrice nel 2017 del Padiglione Italia Il Mondo Magico, prima donna italiana direttore artistico della prossima Biennale Arte del 2022.
È importante notare che l’esposizione è realizzata dall’ASAC, l’Archivio storico della Biennale, con altri archivi nazionali e internazionali, per comprendere l’invito della mostra a guardare le cose da una prospettiva storica: se le muse di De Chirico guardavano a un mondo da ricostruire, le sei discipline artistiche della Biennale sono le muse del 2020, chiamate ad analizzare i momenti che hanno fatto da spartiacque con il passato, e hanno visto La Biennale sempre testimone attivo e occhio per il mondo: Anni ’30, Guerra Fredda, ’68, Anni Settanta, Anni 80: il Postmoderno e la nascita della Biennale di Architettura, Anni ’90: inizio Globalizzazione.
“Questa mostra è un segnale di entusiasmo e risposta collettiva a un momento eccezionale – dice Cecilia Alemani – nel quale abbiamo pensato fosse importante dimostrare come le arti e l’arte continuino anche nei momenti di maggiore avversità, come la storia stessa della Biennale ci ricorda”.
Per Roberto Cicutto, il nuovo Presidente della Biennale di Venezia, “questa data importante dovrebbe iniziare un percorso molto più motivato di dialogo tra le nostre arti, e portare a una attività permanente che veda Venezia come il contenitore di eccellenze e il vero centro di ricerca nel campo delle arti contemporanee”.
Quello che noi biennalisti continuiamo a chiamare Padiglione Centrale venne costruito nel 1894 come Palazzo delle Esposizioni ai Giardini, e nel 1895 ospitò la prima Biennale della storia. Per la mostra di quest’anno verrà suddiviso per ambienti con l’allestimento dei due giovani designer italiani Simone Farresin e Andrea Trimarchi di Formafantasma.
L’opening di Le Muse Inquiete sarà sabato 29 agosto 2020, e Veneziadavivere racconterà tutti gli eventi come sempre attraverso i linguaggi della comunicazione digitale.
Il vernissage sarà preceduto dai Biennale Days – 26, 27, 28 agosto 2020 – tre giorni di danza, musica e teatro tra performance coreografiche, dj set e improvvisazioni con i giovani artisti di Biennale College negli spazi all’aperto dei Giardini della Biennale.
Seguiranno le inaugurazioni di Biennale Cinema (i2 settembre), Biennale Teatro (14 settembre), Biennale Musica (25 settembre), Biennale Danza (13 ottobre).
Le Muse inquiete – La Biennale di fronte alla storia
29 agosto – 8 dicembre 2020
Giardini della Biennale, Venezia
www.labiennale.org
Le foto sono gentilmante concesse da La Biennale di Venezia.

