
Mostra del Cinema: Leone d’oro a Nomadland con Frances Mc Dormand. Miglior attore Pierfrancesco Favino. E Venezia è protagonista del film di chiusura “Lasciami Andare”.
Con la consegna del Leone d’oro al film “Nomadland” di Chloé Zhao, con Frances Mc Dormand, si è conclusa la 77sima Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia, ed è tempo di bilanci anche per noi di Venezia da Vivere.
La Biennale di Venezia ed il Direttore della Mostra Alberto Barbera sono riusciti nel miracolo: organizzare il primo grande evento internazionale post-pandemia, con un programma di alto livello.
Abbiamo dovuto abituarci alle nuove regole: la prenotazione di tutti gli eventi (proiezioni, conferenze stampa, ecc..) esclusivamente online, il rispetto del distanziamento di un metro tra persona e persona nelle code, l’uso della mascherina anche all’interno delle sale. E anche rispetto a queste nuove indicazioni, va detto che il bilancio è positivo.
Se pur viene un po’ meno la possibilità di “improvvisare” all’ultimo momento la visione di un film in base al passaparola, come accadeva nelle edizioni precedenti, il sistema di prenotazione dei posti è risultato semplice, comodo e senza particolari intoppi. Non ci stupirebbe se fosse mantenuto anche in futuro.
L’Italia, anche di fronte alla stampa internazionale, ne è uscita sicuramente bene grazie alle modalità organizzative di Venezia77, che saranno probabilmente replicate in altri eventi, e già nelle prossime settimane con l’avvio di Biennale Teatro, Biennale Danza e Biennale Musica, come ha sottolineato il Presidente Roberto Cicutto ringraziando il personale, gli addetti alla sicurezza e tutti i giornalisti e fotografi accreditati per aver rispettato il rigido protocollo anti-Covid.
Per chi si aspettava una Mostra del Cinema sottotono o ad una mostra “tutta italiana”, i numeri di questa edizione hanno superato le più rosee aspettative della vigilia: oltre 20mila biglietti venduti, quasi 5.000 accrediti stampa ritirati, migliaia di accessi sulle varie piattaforme streaming per seguire il festival da remoto.
I film hanno rappresentato i cinque continenti; solamente il 60% delle pellicole è stata prodotta in paesi europei (prima la Francia), oltre il 20% in America (il numero delle pellicole con produzione USA, come il vincitore del Leone d’oro, è pari a quello dei film prodotti in Italia), il 16% dall’Asia (il premio Orizzonti è stato vinto da un film iraniano) e il rimanente in Africa ed Oceania.
L’Italia è stata degnamente rappresentata: film di apertura, film di chiusura, Coppa Volpi ad un carismatico Pierfrancesco Favino nel film “Padrenostro” di Claudio Noce, e Premio Orizzonti alla miglior sceneggiatura a Pietro Castellitto per il film “I Predatori”.
E se è vero che le difficoltà dei collegamenti internazionali non hanno permesso ad alcuni personaggi di giungere al Lido, prima fra tutte l’attrice e produttrice Frances Mc Dormand (Nomadland), la tecnologia con cui abbiamo familiarizzato durante il Lockdown ha permesso di realizzare le prime conferenze stampa via Zoom.
Anche noi di Venezia da Vivere abbiamo modificato un po’ le nostre abitudini: con le nuove regole e con il distanziamento rigoroso all’interno della sala stampa, si sono ridotti i momenti di discussione “in coda” o prendendo il classico “caffè” fuori dalla sala e abbiamo imparato a confrontarci di più “a distanza”.
Forse quest’anno è mancato un unico film capace di entusiasmarci nettamente più degli altri e le pellicole che ci sono piaciute molto, trovandoci sostanzialmente tutti allineati, sono state numerose, ad iniziare dal film di pre-apertura “Molecole” di Andrea Segre, nelle sale in tutta Italia proprio in questi giorni.
Uscirà il prossimo 17 settembre “Miss Marx” di Susanna Nicchiarelli, mentre dovremo probabilmente aspettare dicembre per ammirare i meravigliosi paesaggi dell’interland degli Stati Uniti del Leone d’oro “Nomadland” di Chloè Zhao.
Ciò che unisce in particolare queste due pellicole sono personaggi femminili dotati di grande forza e determinazione che convive tuttavia con grandi fragilità. Un po’ di delusione per l’esclusione dai premi di “Quo vadis Aida” di Jasmila Zbanic, in cui Jasna Ðuričić interpreta una traduttrice che lavora alle Nazioni Unite nella cittadina di Srebrenica, durante la guerra in Bosnia; non è fissata una data di uscita in Italia.
Ci ha trovato concordi l’assegnazione della Coppa Volpi a Pierfrancesco Favino per Padrenostro del regista Claudio Noce, figlio di un vicequestore vittima di attentato negli anni di piombo. Favino interpreta magistralmente proprio questo personaggio, mentre il figlio, attraverso gli occhi del quale i fatti vengono filtrati, è il giovane Mattia Garaci. Francesco Gheghi (mio fratello insegue i dinosauri) interpreta invece l’amico Christian. Il film sarà nelle sale dal prossimo 24 settembre.
Ci siamo appassionati per i tre film iraniani presentati quest’anno: “The Wasteland” di Ahmad Bahrami, che racconta la storia di un gruppo di lavoratori in una fabbrica di mattoni, ha vinto il premio per il miglior film nella categoria Orizzonti, categoria in cui è stato presentato anche lo splendido “Careless Crime” di Shram Mokri.
Nella sezione principale l’Iran ha portato a casa il Premio Marcello Mastroianni ad un giovane attore o attrice emergente: Rouhollah Zamani è uno dei due giovani protagonisti di Khorshid (Sun Children) di Majid Majidi. Speriamo che grazie a questi riconoscimenti questi film siano presto disponibili nelle nostre sale.
Grandissima attenzione c’è stata anche per i cortometraggi, primo fra tutti “The Human Voice” di Pedro Almodovar, con il Leone d’oro alla carriera 2020 a Tilda Swinton. Tratto dall’omonimo dramma di Cocteau, in cui una donna aspetta con ansia una telefonata dell’uomo che ama, la prima opera in lingua inglese del regista spagnolo porta a compimento un percorso di ispirazione già presente in altre opere precedenti, tra cui “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”.
Sempre fuori concorso è stato presentato “Omelia Contadina” di Alice Rohrwacher, che racconta un progetto a più ampio respiro: un’azione cinematografica con cui, la regista e l’amico ed artista JR, hanno voluto sostenere la lotta di piccoli agricoltori e cittadini dell’altopiano dell’Alfina, mettendo in scena un corteo funebre, che è proseguito nei primi giorni della mostra anche sul Canal Grande.
E in un anno in cui la pandemia ha messo a dura prova il mondo della musica, mai così tanti film hanno affrontato, o anche solo sfiorato, questo argomento: dal documentario “Paolo Conte, vieni via con me” di Giorgio Verdelli, a “The Disciple” (premio alla miglior sceneggiatura), con protagonista la musica classica indiana, dalla musica di Sam Cooke che accompagna “A night in Miami” della regista americana Regina King, fino al rock che si mescola alla musica tradizionale del Marocco in “Zanka Contact”, che ha portato il premio di miglior attrice all’esordiente Khansa Batma (che ha pure una voce meravigliosa!).
Fantastica la colonna sonora di “Miss Marx”, premiata con il Soundtrack Stars Awards, che inserisce la musica rock e punk in ambientazioni di metà dell’’800. Intrigante la colonna sonora ricca di tensione della serie TV HBO “30 coins” dello spagnolo Alex de la Iglesia.
E in tutta questa musica la sorpresa è che c’è stato anche spazio per un personaggio che a Venezia suona “nei bacari”: Anita (Serena Rossi), la compagna di Stefano Accorsi, nel film “Lasciami Andare” arrotonda le entrate cantando nei piccoli locali della città (le riprese sono state fatte nel cocktail bar “Il mercante” ai Frari).
È una Venezia a cui non siamo abituati sul grande schermo quella del film di chiusura della Mostra: nella pellicola di Stefano Mordini Venezia è il palcoscenico di una storia che si sarebbe potuta svolgere in qualsiasi altra città. Mordini infatti sceglie di rappresentare la città di chi ci vive e non la Venezia “museo”, sfondo di film in costume o di grandi produzioni internazionali (come Spiderman), dove viene filtrata dagli occhi del turista.
Tra calli, palazzi e fondamente si muovono Marco (Stefano Accorsi), ingegnere abituato a spostarsi con il barchino o a farsi portare ai cantieri con il topomotore, suo padre, che insegna a Ca’ Foscari, la compagna Anita e l’ex-moglie Clara (Maja Sansa) che lavora in una galleria d’arte all’Accademia. Il film si apre con il suono delle sirene dell’acqua alta, terribilmente familiare ai veneziani anche se forse non immediatamente riconoscibile dagli altri spettatori, e si dipana in zone poco frequentate dal turismo, come San Francesco della Vigna, il rio di Santa Maria Maggiore, o alcune zone residenziali del Lido.
La storia è l’adattamento del romanzo del 2012 “Sei tornato”, scritto da Christopher Coake. Quando scopre che sua moglie Anita aspetta un bambino, Marco intravede la possibilità di lasciarsi alle spalle la prematura scomparsa del figlio avuto con l’ex-moglie Clara, evento che li ha segnati nel profondo. Un giorno, però, entrambi vengono contattati dalla nuova proprietaria dell’appartamento dove vivevano ai tempi del fatto (Valeria Golino) che afferma di venire perseguitata da una misteriosa presenza di un bambino che “abita” la casa.
Durante la conferenza stampa, attori e regista hanno raccontato la loro esperienza di lavoro in città durante le acque alte del novembre 2019, sottolineando soprattutto la grande solidarietà tra i cittadini, e spazzando via ogni possibile polemica. Un film ambientato a Venezia ha aperto la Mostra del Cinema della rinascita, e un film su Venezia ne ha celebrato la conclusione.

Tutti i Premi della 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
• Leone d’oro (Miglior Film): Nomadland di Chloé Zhao (USA)
• Leone d’argento (Gran Premio della Giuria): Nuevo Orden (New Order) di Michel Franco (Messico, Francia)
• Leone d’argento (Miglior Regia): Kiyoshi Kurosawa per il film Spy No Tsuma (Wife of a Spy) (Giappone)
• Coppa Volpi (Miglior Interpretazione Maschile): Pierfrancesco Favinonel film Padrenostro di Claudio Noce (Italia)
• Coppa Volpi (Miglior Interpretazione Femminile): Vanessa Kirby nel film Pieces of a Woman di Kornél Mundruczó (Canada, Ungheria)
• Premio per la miglior Sceneggiatura: Chaitanya Tamhane per il film The Disciple (India)
• Premio speciale della Giuria: Dorogie Tovarischi! (Dear Comrades!) di Andrei Konchalovsky (Russia)
• Premio Marcello Mastroianni ad un giovane attore o attrice emergente: Rouhollah Zamani nel film Khorshid (Sun Children) di Majid Majidi (Iran)
Sezione Orizzonti
• Premio Orizzonti per il miglior film: Dashte Khamoush (The Wasteland) di Ahmad Bahrami (Iran)
• Premio Orizzonti per la migliore regia: Lav Diaz per il film Lahi, Hayop (Genus Pan) (Filippine)
• Premio Speciale della giuria Orizzonti: Listen di Ana Rocha de Sousa (Regno Unito, Portogallo)
• Premio Orizzonti per la miglior interpretazione maschile: Yahya Mahayni nel film The Man Who Sold His Skin di Kaouther Ben Hania (Tunisia, Francia, Germania, Belgio, Svezia)
• Premio Orizzonti per la migliore interpretazione femminile: Khansa Batma, nel film Zanka Contact di Ismaël El Iraki (Francia, Marocco, Belgio)
• Premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura: Pietro Castellitto per il film I Predatori (Italia)
• Premio Orizzonti per il miglior cortometraggio: Entre Tú Y Milagros di Mariana Saffon (Colombia, USA)
• VENICE SHORT FILM NOMINATION FOR THE EUROPEAN FILM AWARDS 2020 a: The Shift di Laura Carreira (Regno Unito, Portogallo)
Premio Venezia Opera Prima “Luigi de Laurentis” (Leone del futuro): Listen di Ana Rocha de Sousa (Regno Unito, Portogallo)
Venice Virtual reality
• Gran premio della Giuria per la migliore opera VR immersiva: The Hangman At Home – An Immersive Single User Experience di Michelle e Uri Kranot (Danimarca, Francia, Canada)
• Migliore esperienza VR immersiva per contenuto interattivo: Finding Pandora X di Kiira Benzing (USA)
• Migliore storia VR immersiva per contenuto interattivo: Sha Si Da Ming Xing (Killing a Superstar) di Fan Fan (Cina)
Leone d’oro alla Carriera
• Tilda Swinton
• Ann Hui
Jaeger-Lecoultre Glory to the Filmmaker Award 2020
• Abel Ferrara
Premio Campari Passion for film
• Terence Blanchard
Articolo di Pietro Gallina (info@veneziacinema.com) per Venezia da Vivere.
Foto di Rossana Viola per Venezia da Vivere.