UNESCO e Venezia da Vivere presentano la Guida Blu degli atelier di Venezia, che promuove l’artigianato come modello di produzione sostenibile.
Esplora i laboratori artigiani di Venezia con la nuova Guida Blu prodotta da Unesco e scritta da Venezia da Vivere. Il nostro impegno è promuovere i talenti veneziani, e oggi lo facciamo con questa guida, che vi condurrà attraverso sestieri e mestieri.
Vi invitiamo a leggerla e a creare il vostro personale itinerario attraverso le botteghe, all’ombra delle calli veneziane. Gli artigiani sono il patrimonio immateriale della città, e supportarli significa valorizzare la loro unicità e ridurre l’impatto ambientale, dato che il loro è un modello di produzione intrinsecamente sostenibile, che investe sulla qualità e la cura dei dettagli, e incentiva l’economia cittadina in modo sano.
Acquistare prodotti artigianali significa compiere una scelta di consumo consapevole. Questa guida promuove la campagna “Fil Bleu” e l’Ocean Literacy in Action, iniziata a Venezia con la Conferenza Mondiale sull’Oceano.
Perché l’artigianato è sostenibile?
La produzione a mano e su piccola scala riduce l’impatto ambientale e limita gli sprechi di materiale. Gli artigiani prediligono materiali locali, spesso riciclati, riducendo l’impronta di carbonio dovuta al trasporto.
L’utilizzo di materiali naturali e durevoli conferisce ai prodotti una maggiore longevità, contrastando l’obsolescenza programmata e l’iper-consumismo. La produzione artigianale avviene in laboratori locali, garantendo una filiera corta e trasparente, che permette una maggiore conoscenza dell’origine dei prodotti e delle condizioni di lavoro, favorendo pratiche eque e rispettose.
Per questo l’artigianato rappresenta anche un importante fattore di coesione sociale e sviluppo economico per la comunità.
Infine, acquistare un prodotto artigianale significa sviluppare un rapporto sentimentale con esso, che ci porta a tramandarlo alle nuove generazioni.
Scarica il PDF della Guida Blu in Italiano/Blue Guide in English.
Articolo di Laura Scarpa.
Foto di Marta Formentello