Per #RiscrivereilFuturo di Venezia i veneziani devono recuperare lo spirito della Serenissima e le responsabilità che ci sono state tramandate. Carlo Alberto Tesserin, Primo Procuratore della Basilica di San Marco
Per il progetto #RiscrivereilFuturo Venezia da Vivere e Associazione Piazza San Marco hanno chiesto a imprenditori, curatori, direttori di musei, docenti universitari, albergatori, organizzatori di eventi e cittadini, che a Venezia vivono e lavorano, di immaginare Venezia nel futuro.
Un dibattito aperto con la cittadinanza per far nascere un’idea di città in armonia con l’ambiente, il lavoro e la sua civitas. Ecco l’intervista a Carlo Alberto Tesserin, Primo Procuratore della Basilica di San Marco.
Come immagini Venezia nel futuro?
Immagino Venezia più bella che mai. Noi abbiamo avuto la fortuna di essere nati qui, la conosciamo e abbiamo il dovere di tutelarla. La sciagura può essere un’opportunità: i veneziani devono recuperare lo spirito della Serenissima, la qualità e le responsabilità che ci sono state tramandate, non possiamo permetterci di sbagliare. La città deve essere meno frequentata ma con maggiore qualità.
Cosa possono fare la politica e i cittadini per una rinascita di Venezia?
Non si può fare un progetto per Venezia senza i cittadini e senza che i cittadini stessi scelgano i loro rappresentanti. La politica ha la responsabilità poi di governare la città metropolitana e la sua laguna.
Venezia ha potenzialità enormi, basti pensare alle due università presenti in città o alla ricchezza culturale delle scuole grandi di Venezia: sono incredibili risorse, sottaciute, ognuna fa il suo percorso, ognuna lo fa molto bene. Sarebbe importante che tutte queste realtà, così come tante altre in città, si incontrassero in percorsi convergenti. Venezia oggi è obbligata a questo tipo di sinergie, altrimenti è un disastro.
Il ruolo che il Patriarcato di Venezia può svolgere è importante, così come lo è stato in passato: oltre all’aspetto religioso e culturale, la Basilica era la cappella del Doge e il luogo di incontro della Serenissima e di tutto il mondo politico-istituzionale.
È dal passato che Venezia deve trarre ispirazione e stare al passo con i tempi. Dobbiamo mettere a regime tutte le potenzialità che le realtà culturali della città offrono.
Dall’ultimo statuto della Regione del Veneto, si è stabilito che Venezia sia anche capitale, non solo capoluogo. Non in tutte le regioni è così, è stato fatto perché la storia di Venezia abilita la città ad avere questo ruolo. I veneziani in primis devono avere la percezione della responsabilità del luogo che abitano.
Penso al Mose e al dovere di sapere se funzionerà o meno: calarci nella bellezza di Venezia, nella laguna con tutti gli svantaggi e vantaggi che questo comporta. Dobbiamo saper affrontare i nuovi problemi che i cambiamenti climatici impongono. 400 anni fa si sono costruiti i Murazzi: non si può aspettare che accadano le cose, le si debbono affrontare.
Venezia aveva moltissimi problemi ben prima dell’arrivo del virus, non abbiamo ancora affrontato in modo efficace e risolutivo il problema delle acque alte successe a novembre. Non possiamo sperare che le sciagure non capitino o aspettare che il vaccino arrivi. Dobbiamo iniziare un percorso di cambiamento: recuperare il meglio del turismo mondiale, salvaguardarci e metterci in sicurezza.
Proponga un’idea specifica in almeno uno di questi ambiti: ambiente, residenzialità, lavoro, cultura, sicurezza, turismo.
La residenzialità è un nodo fondamentale, una città abbandonata dai propri figli non ha futuro. Venezia deve contare e appoggiarsi sulle persone che la vivono e la vogliono al meglio, per loro stessi, in prima battuta, ed a seguire per i visitatori.
Se chi nasce a Venezia cresce già con l’idea che dovrà andarsene via per forza, conseguentemente non investirà nella sua città. Solo se i cittadini hanno fiducia nelle potenzialità della città, di conseguenza Venezia potrà diventare fonte di produttività e reddito.
Il Veneto non può stare senza la migliore Venezia. L’Italia non può stare senza la migliore Venezia.
Carlo Alberto Tesserin, Primo Procuratore della Basilica di San Marco.
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Foto di copertina di Settimo Cannatella, @seventhsoul, per Venezia da Vivere.
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