Nuove frontiere per Niger et Albus, il 52. Festival Internazionale del Teatro della Biennale di Venezia, dal 15 al 30 giugno con artisti e performance tra Venezia e Forte Marghera
Niger et Albus è il titolo del 52. Festival Internazionale del Teatro della Biennale di Venezia, da sabato 15 a domenica 30 giugno.
Diretto per il quarto anno dal duo Stefano Ricci e Gianni Forte, il festival trasformerà Venezia, tra Arsenale, Via Garibaldi e Forte Marghera, in un grande palcoscenico dinamico che ospiterà 130 artisti, 55 appuntamenti e 16 prime assolute, di cui 7 produzioni e co-produzioni della Biennale.
I direttori artistici, durante l’inaugurazione del festival a Forte Marghera con la presentazione dell’installazione visiva a schermi multipli Elephants in Rooms del collettivo Gob Squad, ci invitano a un’avventura teatrale ricca di performance diversificate, concepite per indagare le dicotomie e le ambizioni umane, nonché le fragilità e le inquietudini contemporanee: “Se non riusciamo a immaginare un mondo migliore e più armonioso, non avremo mai i mezzi necessari per ricostruirlo. Niger et Albus diviene la promessa di una nuova luce che si fa strada: ricca di performance e spettacoli magnetici, proseguirà ad appartenere a tutti noi interfacciandosi con le nostre essenze, la curiosità, le nostre aspirazioni, le contraddizioni, le nostre vulnerabilità per stupirci raccontando la metamorfosi di un mondo in perpetuo movimento. Con energia inventiva, la poliedricità delle proposte più eterogenee, il Festival offrirà un’avventura senza uguali, rimanendo per gli spettatori uno spazio di desiderio, meraviglia, crocevia di dibattiti e confronti, irradiando risolutamente la vitalità della città di Venezia, e non solo”.
Il colore di quest’anno
Niger et Albus è una metafora delle dualità e delle complementarietà nell’animo umano e nella società. Un percorso cromatico e simbolico che ha caratterizzato tutte le edizioni: nel 2021 Blue esplorava le sfumature emotive e culturali del colore blu; nel 2022 Rot (Rosso) rappresentava la passione, e la furia; nel 2023 in Emerald il verde smeraldo evocava speranza e rinascita, richiamando la città di Smeraldo del Mago di Oz.
Stefano Ricci e Gianni Forte hanno selezionato proposte eterogenee che riflettono la poliedricità del teatro contemporaneo, trasformando Venezia in un crocevia di dibattiti e confronti, in un dialogo continuo tra artisti e pubblico.
Il programma della Biennale Teatro 2024 propone spettacoli, performance, lecture e installazioni che mettono in discussione la percezione della realtà attraverso linguaggi teatrali all’avanguardia. Da segnare in agenda soprattutto le prime di nuove opere e le co-produzioni della Biennale, che dimostrano la capacità della Biennale di Venezia di attrarre e sostenere talenti emergenti e artisti affermati da tutto il mondo.
I giovani al centro della scena
L’occhio di bue si concentra sulle nuove generazioni di drammaturghi, registi e performer con Biennale College, il progetto della Biennale di Venezia dedicata alla formazione e promozione dei talenti emergenti, che permette a centinaia di giovani di lavorare a stretto contatto con maestri internazionali, realizzando opere che entrano poi a far parte dei programmi della Biennale.
Debuttano quest’anno: Stefano Fortin con Cenere e Carolina Balucani con Sleeping Beauty e la regia di Giorgina Pi e Fabrizio Arcuri; Rosalinda Conti con la sua drammaturgia contemporanea Così erano le cose appena nata la luce, Martina Badiluzzi ed Eliana Rotella con Livido, diretto da Fabio Condemi; Ciro Gallorano, vincitore del College Registi, presenta Crisalidi, un’opera che esplora le grandi domande evocative della fotografa Francesca Woodman.
Game-Changer della scena contemporanea
Protagonisti i “game-changer”, compagnie di innovatori internazionali che hanno cambiato il panorama del teatro di oggi, come il Back to Back Theatre, gruppo australiano pluripremiato e vincitore del Leone d’oro alla carriera, che utilizza la disabilità come strumento di indagine artistica, per la prima volta in Italia con lo spettacolo Food Court.
Il collettivo anglo-tedesco Gob Squad Theatre, premiato con il Leone d’argento, porterà due opere emblematiche: Creation (Picture for Dorian) e Elephants in Rooms, un’installazione visiva a schermi multipli a Forte Marghera.
Dalla Lituania arriva l’ensemble composto da Vaiva Grainyté, Lina Lapelytė e Rugile Barzdžiukaite, già premiato con il Leone d’oro per il miglior padiglione alla Biennale Arte 2019, porta in scena Have a Good Day!, un’opera con dieci cassiere di un supermercato e un pianoforte, per una critica sottile ai rituali consumistici moderni.
Tra gli altri: il regista e drammaturgo iraniano Amir Reza Koohestani con Blind Runner, un progetto che intreccia storie personali e politiche di oppressione; l’attore e autore britannico Tim Crouch interpreterà il Fool di Re Lear in Truth’s a Dog Must to Kennel, parte di un ciclo di monologhi che rileggono le opere di Shakespeare da punti di vista inusuali; Luanda Casella riscrive l’Orestea per Elettra; Markus Öhrn e Karol Radziszewski affrontano la violenza contro le minoranze di genere con Phobia; Miet Warlop torna a Venezia con il suo mondo magico in After All Springville; Claudia Sorace con Riccardo Fazi di Muta Imago reinterpretano Tre sorelle di Čechov; Milo Rau presenta Medea’s Children, che fonde tragedia moderna e classica, ispirata a un caso criminale reale.
52. Festival Internazionale del Teatro
Dal 15 al 30 giugno 2024
Sedi:
Teatro Piccolo Arsenale
Teatro Alle Tese
Tese Dei Soppalchi
Sale D’armi
Sala Delle Colonne – Ca’ Giustinian
Forte Marghera
Per tutte le informazioni visita il sito della Biennale: www.labiennale.org.
Articolo di Lucia Pecoraro.
Copertina: Crisalidi ph. Andrea Avezzù, Courtesy La Biennale di Venezia.
Foto: Phobia ph. Maurycy Stankiewicz, CPD ph. David Baltzer Bildbuehne, Food Court ph. Jeff Busby, Medeas Children di Milo Rau ph. Michiel Devijver, Truths a Dog must to Kennel ph. Stuart Armitt, After all Springville ph. Holger Kirstenmacher, Muta Imago – Tre Sorelle ph. Luigi Angelucci, Have A Good Day! ph. Modestas Endriuska, Elephants in Rooms ph. Dorothea Tuch, Elektra Unbound ph. Michiel Devijver, Bolide ph. Andrea Avezzù, Courtesy La Biennale di Venezia.