La Biennale dalla A alla Z: la nostra guida ai padiglioni nazionali della 60. Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, che apre al pubblico da sabato 20 aprile a domenica 24 novembre 2024
Scopri i padiglioni nazionali e i vernissage della Biennale Arte 2024 con noi: dal 16 al 20 aprile saremo sul campo per raccontare dal vivo l’arte contemporanea, gli artisti e la cultura vibrante dei giorni più importanti dell’anno a Venezia.
Segui @veneziadavivere su Instagram e iscriviti alla newsletter, per vivere con noi la Biennale in diretta e ricevere per primi i nostri reportage digitali, alla scoperta di mostre, performance, opening ai Giardini, all’Arsenale e attraverso la città, esplorando anche palazzi, gallerie e luoghi inediti.
Alla Scoperta dei Padiglioni Nazionali della Biennale di Venezia 2024
Padiglioni dalla A alla G
Padiglioni dalla H alla Q
Padiglioni dalla R alla Z
- ALBANIA
– Love as a glass of water
Arsenale
Curatore: Antonio Grulli
Espositore: Iva Lulashi
Il concetto della “teoria del bicchiere d’acqua” affonda le sue radici nel periodo pre-rivoluzionario russo ed è legato al pensiero radicale e femminista di Alexandra Kollontai (San Pietroburgo, 1872 – Mosca, 1952). Si tratta di una teoria basata sull’idea di una rivoluzione sessuale in cui gli impulsi sono considerati una semplice necessità umana che deve essere soddisfatta con la leggerezza e l’insouciance con cui si beve solitamente un bicchiere d’acqua.
A prima vista, la metafora del bicchiere d’acqua potrebbe sembrare sollevare solo l’aspetto della semplicità nel gesto di bere. Ma è fondamentale non dimenticare che l’acqua è la condizione basilare per la vita, proprio come l’amore. Ed è bizzarro che temi come l’amore e il desiderio sessuale coprano una piccola frazione dell’arte prodotta e esposta oggi, come se fossero tabù o argomenti minori. L’amore, il sesso e il desiderio sono ancora oggi l’ultima grande forza eternamente rivoluzionaria, intrinsecamente resistente al ferreo controllo del potere, che sia politico, economico o ideologico. È una forza che va al di là della politica e della formalità, simile a quella dell’acqua, sfuggente, a volte pacifica, ma ancora in grado di superare ogni ostacolo.
Iva Lulashi esplora il tema dell’amore e del desiderio, specialmente di natura femminile, attraverso opere pittoriche di immagini tratte da fotogrammi di film e video poco conosciuti, che suggeriscono scenari erotici senza mostrarli esplicitamente. Le sue creazioni rappresentano un’ode al desiderio femminile, affrontando temi come la forza, la paura e la libertà.
- ARABIA SAUDITA
– Shifting Sands: A Battle Song (Sabbie Migranti: Una Canzone di Battaglia)
Arsenale
Curatori: Jessica Cerasi, Maya El Khalil
Espositori: Manal AlDowayan
Un’installazione multimediale dell’artista saudita Manal AlDowayan ispirata all’evolversi del ruolo delle donne in Arabia Saudita e nata da una riflessione sulle trasformazioni sociali e culturali del paese, esplorando il tema della femminilità e dell’identità attraverso una visione artistica unica e coinvolgente.
AlDowayan ha coinvolto attivamente la comunità femminile dell’Arabia Saudita in questa creazione artistica, organizzando workshop in diverse città del Paese, dove ha invitato le partecipanti a condividere le proprie esperienze e a esplorare il concetto di visibilità e invisibilità attraverso la musica e l’arte.
È un’opera multiforme, che integra suoni, testi e immagini per raccontare una storia universale di trasformazione e resilienza.
- ARGENTINA
– Ojalá se derrumben las puertas
Arsenale e Galleria Alberta Pane, Calle dei Guardiani, Dorsoduro 2403H
Curatrici: Sofia Dourron e Ilaria Gianni
Espositore: Luciana Lamothe
Classe ’75, Lamothe rappresenta il Padiglione Argentina. Dal 16 aprile al 27 luglio l’artista presenta inoltre, presso la galleria Alberta Pane di Venezia, la sua personale In Folding Roads, una retrospettiva degli ultimi dieci anni, che esplora le dinamiche tra corpo e materia attraverso sculture, disegni, fotografie e video.
La mostra offre un’immersione nell’universo artistico dell’artista nel trattare diversi media e materiali, con particolare enfasi sulla concezione di trans-materialità.
- Repubblica di ARMENIA –
Echo
Magazzino del Sale n. 3, Dorsoduro 264
Curatore: Armen Yesayants
Espositore: Nina Khemchyan
In mostra le opere di Nina Khemchyan ispirate all’eredità culturale medievale armena e ai principi spirituali universali, reinterpretati per il contemporaneo. Includerà due installazioni principali: undici sfere di ceramica blu incrostate d’oro, rappresentante da undici canti di pentimento scritti da Mesrop Mashtots, l’inventore dell’alfabeto armeno, e un’opera di 50 m di rotolo di carta singola, che illustra i sette peccati capitali.
L’installazione fisica è accompagnata da una performance a cappella degli inni eseguiti da Hasmik Baghdasaryan-Dolukhanyan: una fusione artistica di scultura e musica, che unisce il tangibile e l’uditivo per rappresentare la musica sacra armena in modo nuovo ed evocativo.
Queste opere si integrano per esplorare la peccaminosità umana, il pentimento e la redenzione, riflettendo temi universali di identità e appartenenza. La mostra includerà anche un programma educativo e incontri con l’artista e il curatore.
- AUSTRALIA
Giardini
Curatore: Ellie Buttrose
Espositore: Archie Moore
- AUSTRIA
– Swan Lake
Giardini
Curatore: Gabriele Spindler
Espositore: Anna Jermolaewa
- Repubblica dell’AZERBAIGIAN –
From Caspian to Pink Planet: I Am Here
Campo della Tana, Castello 2126/A
Curatori: Luca Beatrice, Amina Melikova
Espositori: Vusala Agharaziyeva, Rashad Alakbarov, Irina Eldarova
L’esposizione esplora i diversi significati dell’espressione “Stranieri ovunque”, declinati attraverso le interpretazioni dei tre artisti selezionati da Rashad Aslanov, commissario del Padiglione.
La mostra, disegnata all’atelier veneziano OSTUDIO, offre una prospettiva attuale sulla vibrante scena artistica dell’Azerbaigian attraverso un percorso espositivo coinvolgente, esplorando i concetti di identità, origine e migrazione, che costituiscono pilastri fondamentali del dibattito culturale contemporaneo.
- Repubblica Popolare del BANGLADESH – The Contact
Spazio STAERT, San Stae, Santa Croce 1979/A
Curatore: Viviana Vannucci
Espositore: Abdur Rab, Syeda Mahbuba Karim, Shahjahan Ahmed Bikash, Shahid Kbir, Claudia De Leonardis, Anna Carla De Leonardis, Roberto Saglietto, Natalia Revoniuk, Patrizia Casagranda, DoJoong Jo, Jiyoon Oh, Franco Marrocco
- BELGIO
– Petticoat Government
Giardini
Commissario: Wallonia-Brussels Federation
Espositori: Denicolai & Provoost, Antoinette Jattiot, Nord e Spec uloos
Unendo le discipline dell’arte, delle pratiche curatoriali, dell’architettura, della tipografia e della cartografia, il collettivo si propone di adottare il formato espositivo, lavorando in modo collaborativo e transdisciplinare, per trasformarlo in capitoli che attraversano tempo e spazio, tra confini fisici e simbolici.
Gli artisti hanno sviluppato uno scenario basato sulla partecipazione di diverse comunità di diverse provenienze, dal Belgio, Francia, Spagna per trasformare il Padiglione in un punto di transito, di un viaggio finora compiuto e quello ancora da compiere: uno spostamento di paradigma nel confondere i confini tra discipline e tra culture artistiche e popolari.
Il collettivo e i suoi numerosi collaboratori cercano di realizzare il potenziale della mescolanza di generi e atteggiamenti come mezzo per esplorare la complessità, mettendo in luce il potenziale del fare collettivo e del fare insieme come vettore di trasformazione.
- Repubblica del BENIN –
Everything Precious Is Fragile
Arsenale
Commissario: José Pliya
Curatore: Azu Henry Nwagbogu e il suo team – la curatrice Yassine Lassissi e lo scenografo Franck Houndégla
Espositori: Chloé Quenum, Moufouli Bello, Ishola Akpo e Romuald Hazoumè
Prima partecipazione per il Padiglione del Benin alla Biennale di Venezia, che riflette il suo impegno nel promuovere attivamente l’arte e la cultura del paese. La scelta di partecipare all’edizione del 2024 è particolarmente significativa, in quanto segue la recente restituzione di 26 tesori che erano stati sottratti alla famiglia reale durante il periodo della colonizzazione francese del regno di Danxomè, avvenuta nel 2021.
Attraverso l’analisi di tematiche quali la tratta degli schiavi, il ruolo delle Amazzoni, la spiritualità e la religione Voodoo, il Padiglione si propone di offrire uno sguardo approfondito sulla cultura beninese. Inoltre, il progetto si spingerà oltre, esaminando la realtà contemporanea e presentando il pensiero Gèlèdé, focalizzato sul concetto di rematriation: un’affermazione femminista della “restituzione”, che non si limita agli oggetti, ma abbraccia anche il ritorno agli ideali e alla filosofia pre-coloniale del Benin.
- Stato Plurinazionale della BOLIVIA –
ABYA YALA – Desde la Patria Grande
Giardini
Commissario: Juan Carlos Cordero Nina
Curatore: Paola Pisanelli Nero
Espositore: Alexandra Bravo, Inés Fontenla, Ronald Moran, Lorgio Vaca, Humberto Velez e molti altri artisti latino-americani
“Il progetto riunisce artisti dalla Bolivia e da paesi amici dell’America Latina, ed è un’opportunità per condividere e dimostrare la fratellanza e la gioia che ci uniscono con questi paesi. Ciò che ci unisce è il terreno comune delle nostre origini indigene e la vocazione a ‘vivere bene’ in armonia ed equità tra noi e con la nostra ‘Madre Terra’.”
Tra gli artisti che saranno inclusi ci sono la tessitrice indigena Elvira Espejo Ayca, anche direttrice del Museo Nazionale di Etnografia e Folklore della Bolivia, l’artista amazzonica Duhigó e il pittore autodidatta Oswaldo “Achu” de León Kantule.
- BOSNIA-ERZEGOVINA
– The Measure of the Sea
Palazzo Zorzi, sede UNESCO, Castello 4930
Commissario/Curatore: Marin Ivanović
Espositore: Stjepan Skoko
- BRASILE
– Ka’a Pûera: siamo uccelli che camminano
Giardini
Commissaria: Andrea Pinheiro, Fundação Bienal de São Paulo
Curatori: Arissana Pataxó, Denilson Baniwa e Gustavo Caboco Wapichana
Espositori: Glicéria Tupinambá con Comunità Tupinambá della Serra do Padeiro e Olivença a Bahia, Olinda Tupinambá e Ziel Karapotó
- BULGARIA – The Neighbours
Sala Tiziano del Centro Culturale Don Orione Artigianelli, Fondamenta delle Zattere ai Gesuati 919
Commissario: Nadezhda Dzhakova
Curatore: Vasil Vladimirov
Espositori: Krasimira Butseva, Julian Chehirian, Lilia Topouzova
The Neighbours è un’installazione multimediale interattiva che illumina le memorie trascurate dei sopravvissuti alla violenza politica durante l’era comunista in Bulgaria. Il progetto combina 20 anni di ricerca storica e artistica, ricreando parzialmente gli interni delle case dei sopravvissuti.
Esposti frammenti di interviste, registrazioni audio e video provenienti da ex siti di detenzione, dando un’indagine approfondita sulla violenza di stato e sulle sue cicatrici. Il progetto solleva il velo sul silenzio deliberato che ha avvolto decenni di atrocità e sulla mancanza di memoria pubblica, invitando alla riflessione sul tema degli Stranieri ovunque proposto da Adriano Pedrosa.
- Repubblica del CAMERUN –
Nemo propheta in patria
Palazzo Donà delle Rose, Fondamente Nove, 5038
Commissario: Serge Achille Ndouma
Curatori: Paul Emmanuel Loga Mahop, Sandro Orlandi Stagl
Espositori: Jean Michel Dissake, Hako Hankson, Kendji & Ollo Arts, Patrick-Joël Tatcheda Yonkeu, Guy Wouete, Angelo Accardi, Julia Bornefeld, Cesare Catania, Adélaïde Laurent-Bellue, Franco Mazzucchelli, Rex e Edna Volcan, Giorgio Tentolini, Liu Youju
- CANADA – Trinket
Commissario: National Gallery of Canada
Curatrice: Gaëtane Verna, Direttore Esecutivo del Wexner Center for the Arts
Espositore: Kapwani Kiwanga
Kiwanga è riconosciuta come una delle artiste contemporanee più importanti del Paese, il cui lavoro basato sulla ricerca è instigato da storie marginalizzate o dimenticate, e si articola attraverso una varietà di medium, tra cui scultura, installazione, video e performance.
- Repubblica CECA –
Il cuore di una giraffa in cattività pesa dodici chili in meno
Giardini
Commissario: Michal Novotný, National Gallery of Prague
Curatore: Hana Janečková
Espositore: Eva Koťátková, in collaborazione con Himali Singh Soin, David Tappeser, Gesturing Towards Decolonial Futures e collettivi di diverse età
È il racconto di Lenka, la prima giraffa cecoslovacca, catturata in Kenya negli anni ’50 e trasportata allo zoo di Praga. Il progetto esplora il rapporto tra umanità e natura, mettendo in discussione le gerarchie e le pratiche estrattive legate agli animali.
Attraverso prospettive ecologiche e decoloniali, verranno coinvolti artisti, bambini, anziani e il collettivo Gesturing Towards Decolonial Futures, promuovendo un dialogo aperto e collaborativo per immaginare nuovi modi di relazionarsi più equo ed empatico con la natura.
La rappresentazione ceca e slovacca alla Biennale di Venezia presenta opere d’arte contemporanea provenienti da entrambi i paesi, mentre il progetto di Oto Hudec affronta la tematica della protezione degli alberi in via di estinzione.
- CILE
– Cosmonación
Magazzino n. 42, Marina Militare, Arsenale di Venezia, Fondamenta Case Nuove 2738/C
Commissario: Florencia Loewenthal
Curatore: Andrea Pacheco González
Epositore: Valeria Montti Colque
L’artista svedese di origini cilene, segna un momento storico per la diaspora cilena: essendo la prima cilena in esilio ad ottenere tale incarico. La mostra sarà un’occasione per esplorare la complessa esperienza della diaspora cilena attraverso opere che mescolano mito, religione e cultura popolare, offrendo uno spazio per la riflessione sulla memoria, l’appartenenza e la trasformazione.
La sua opera esplorerà temi come le condizioni diasporiche, il razzismo, la maternità e l’ecologia attraverso installazioni espressive che combinano mondi e personaggi immaginari.
- Repubblica Popolare CINESE –
Atlas: Harmony in Diversity
Arsenale
Commissario: China Arts and Entertainment Group Ltd. (CAEG)
Curatore: Wang Xiaosong, Jiang Jun
Epositore: Che Jianquan, Jiao Xingtao, Shi Hui, Qiu Zhenzhong, Wang Shaoqiang, Wang Zhenghong, Zhu Jinshi, in collaborazione con A Comprehensive Collection of Ancient Chinese Paintings
- Repubblica di CIPRO –
On a wildflower-lined gravel track off a quiet thoroughfare…
Associazione Culturale Spiazzi, Calle del Pestrin, Castello 3865
Commissario: Louli Michaelidou
Curatori/Epositori: Forever Informed: Peter Eramian (LLC – Lower Levant Company), Emiddio Vasquez (LLC – Lower Levant Company), Andreas Andronikou (Endrosia), Marina Ashioti (Endrosia), Niki Charalambous (Endrosia), Doris Mari Demetriadou (Endrosia), Irini Khenkin (Endrosia), Rafailia Tsiridou (Endrosia), Alexandros Xenophontos (Endrosia), Haig Aivazian
Il padiglione nazionale alla Biennale di Venezia 2024 offre uno sguardo profondo sul concetto di “ghosting” attraverso stratagemmi parafictionali. Attraverso un allestimento innovativo e coinvolgente, gli artisti esplorano le sottigliezze della memoria sociale e storica di Cipro nel contesto del Medio Oriente, offrendo una riflessione su come il passato e il presente si intreccino nelle nuove modalità di comunicazione e nelle economie delle piattaforme. L’esposizione propone il “ghosting” non solo come fenomeno, ma come atto di ritiro e persistenza, sottolineando l’importanza di mantenere viva la memoria e l’attenzione su questioni irrisolte. Attraverso un’opera curata e un’esperienza di visita coinvolgente, il padiglione invita i visitatori a esplorare i confini tra realtà e finzione, offrendo uno spazio di contemplazione e riflessione sulla complessità del mondo contemporaneo.
il termine “ghosting” si riferisce alla rappresentazione e all’esplorazione di fenomeni legati alla memoria, alla storia e alla presenza invisibile di eventi passati. Gli artisti utilizzano stratagemmi parafictionali per esaminare come questi “fantasmi” del passato influenzino e permeino il presente, attraverso nuove modalità di comunicazione, logiche computazionali ed economie delle piattaforme. Il “ghosting” diventa quindi un concetto metaforico per riflettere sulle questioni irrisolte, le relazioni interpersonali e le trasformazioni della società contemporanea.
- Repubblica Democratica del CONGO –
Lithium
Gervasuti Foundation – Palazzo Canova, Calle longa Santa Caterina, Cannaregio 4998 – 5001/a
Commissario: Joseph Ibongo Gilungula
Curatori: Michele Gervasuti, James Putnam
Espositori: Freddy Tsimba, Freddy Lokole, Cédric Sungo, Steve Bondoma, Eddy Kamuanga llunga
- Repubblica di COREA –
Odorama Cities
Giardini
Commissario: Arts Council Korea
Curatori: Jacob Fabricius, direttore di Art Hub Copenhagen, e Seolhui Lee, curatrice alla Kunsthal Aarhus in Danimarca
Espositore: Koo Jeong A
L’olfatto è il senso principale del progetto esposto per il padiglione sudcoreano. L’artista ha infatti invitato oltre 600 persone – nate sia in Corea del Nord che in Corea del Sud – a condividere i loro ricordi olfattivi della Corea. Da questi ricordi, è stato creato un profumo e 16 fragranze, in collaborazione con l’azienda di profumi NonFiction.
L’installazione, che conterrà anche pittura e scultura, crea un ritratto della penisola coreana. “Siamo consapevoli che gli odori e le fragranze non hanno confini” dichiara Fabricius. “Non importa se si trova sul lato nordcoreano del confine o quello a sud, entrerà nell’altro. Gli odori sono stati prodotti da 14 diversi profumieri, e 13 di loro sono stranieri in Corea, interpretando i ricordi olfattivi della Corea. Ciò crea un altro strato meravigliosamente astratto nell’essere un forestiero.”
- COSTA D’AVORIO
– The Blue Note
San Trovaso Art Space, Dorsoduro 947
Commissario: Illa Ginette Donwahi
Curatori: Simon Njami
Espositore: Jems Koko Bi, François Xavier Gbré, Sadikou Oukpedjo, Franck Abd-Bakar Fanny, Marie Claire Messouma
La Costa d’Avorio ha costruito la sua identità post-indipendenza sull’ideale di panafricanismo: movimento politico e culturale che promuove l’unità e la solidarietà tra le popolazioni africane, sia all’interno del continente africano che nella diaspora africana. A Venezia, dove l’arte è un linguaggio universale e l’Altro è spesso emarginato, il padiglione ivoriano si propone di attivare una forza di speranza e resilienza.
- CROAZIA
– By the Means at Hand
Fàbrica 33, Calle Larga dei Boteri, Cannaregio 5063
Commissario: Ministry of Culture of the Republic of Croazia
Curatrice: Antonia Majača
Espositore: Vlatka Horvat
Il padiglione sarà un progetto in evoluzione, con l’artista che occuperà lo spazio per l’intera durata della Biennale, trasformandolo in uno studio e una galleria espositiva per riflettere su tematiche ed emergenze legate all’esperienza della diaspora.
Nei mesi della mostra, Horvat coinvolgerà numerosi artisti che vivono in diversi luoghi del mondo, lontani dal proprio territorio originario, incoraggiandoli a partecipare a scambi reciproci di opere d’arte e altri materiali. Questi saranno inviati tra Venezia e altre destinazioni utilizzando mezzi improvvisati: tramite amici, viaggiatori e individui sconosciuti che agiranno come corrieri informali del progetto.
- CUBA
- Curtain
Teatro Fondamenta Nove, Cannaregio 5013
Commissario: Daneisy García Roque
Curatore: Nelson Ramirez de Arellano
Espositore: Wilfredo Prieto García
- DANIMARCA
– Rise of the Sunken Sun
Giardini
Commissario: Danish Arts Foundation
Curatore: Louise Wolthers
Espositore: Inuuteq Storch
Il Padiglione Danese presenta la mostra fotografica dell’artista groenlandese che esplora il significato dell’impegno in un processo decoloniale, ponendo l’accento sull’importanza di una visibilità consapevole delle complessità che costituiscono le identità nazionali, culturali e personali.
Il progetto artistico di Storch mira a raccontare la storia visiva dei groenlandesi attraverso i loro occhi, ampliando la visione predominante della Groenlandia. Una vasta selezione di opere fotografiche (in nuovi formati site-specific), che combinano foto storiche e contemporanee attraverso un processo di giustapposizione: una narrazione visiva variegata sulla vita e sull’identità del territorio e dell’artista, comprese immagini storiche della sua famiglia e della comunità di Sisimiut, sua città natale.
La mostra include anche composizioni musicali e paesaggi sonori, insieme a un elemento scultoreo che simboleggia il tramonto sul Circolo Polare Artico e richiama la bandiera groenlandese e le tradizioni Inuit.
Il padiglione danese si trasforma così in un’esperienza caleidoscopica che racconta memorie in continua evoluzione, pur rimanendo ancorata nell’esperienza e nell’identità groenlandese.
Infine, un gesto significativo verrà rappresentato dall’insegna sul padiglione, che sostituirà la scritta “DANIMARCA” con “Kalaallit Nunaat”: Groenlandia in lingua groenlandese.
- EGITTO –
Dramma
Giardini
Commissario: Ministero della Cultura Egiziano – Accademia d’Egitto
Curatore/Espositore: Wael Shawky
- EMIRATI ARABI UNITI
– Abdullah Al Saadi: Sites of Memory, Sites of Amnesia
Arsenale
Commissario: Salama bint Hamdan Al Nahyan Foundation
Curatore: Tarek Abou El Fetouh
Espositore: Abdullah Al Saadi
Otto opere di Abdullah Al Saadi per oltre quattro decenni di pratica creativa. Sono la narrazione interattiva e le performance dal vivo che invitano gli spettatori a esplorare il mondo dell’artista, figura chiave nella scena artistica contemporanea degli Emirati Arabi Uniti, tra ispirazioni, viaggi e natura.
- ESTONIA – Hora Lupi
Chiesa di Santa Maria delle Penitenti, Fondamenta Cannaregio 890
Commissario: Maria Arusoo
Espositore: Edith Karlson
Il titolo del Padiglione fa riferimento a un momento prima dell’alba, simbolo di trasformazione e oscurità profonda per un’atmosfera di solennità e banalità umana, che combina elementi di sacralità e profondità umana con aspetti ordinari e comuni della vita quotidiana: un ambiente che, pur evocando un senso di solennità e importanza, riflette anche gli aspetti banali e comuni della condizione umana, con le sue fragilità, le sue imperfezioni e le sue esperienze condivise.
Le sculture in argilla e cemento, sollevano interrogativi sulla possibilità di redenzione in un mondo imperfetto, tra crepe e fessure che lasciano intravedere una possibile luce. Le opere di Karlson, ispirate al folklore e alla mitologia, attraverso forme animali e figure antropomorfe contribuisce a rappresentare la natura brutale ma anche poetica dell’istinto umano.
- ETIOPIA –
Prejudice and belonging
Palazzo Bollani, Castello 3647
Commissario: Amb. Demitu Hambisa Bonsa
Curatore: Lemn Sissay OBE FRSL
Espositore: Tesfaye Urgessa
Per l’artista contemporaneo etiope Tesfaye Urgessa quest’anno segna il suo debutto nazionale per l’Etiopia con un progetto che racconta l’esperienza dei tredici anni trascorsi dall’artista in Germania a studiare e dipingere. Le sue opere sono intrise di emozioni che spaziano dalla fragilità alla sicurezza di sé, senza pregiudizi e mettendo al centro la figura umana.
- FILIPPINE
– A kabila ng tabing lamang sa panahong ito / Waiting just behind the curtain of this age
Arsenale
Commissario: National Commission for Culture and the Arts (NCCA) in partnership con il Department of Foreign Affairs (DFA) e l’Office of Senate President Pro Tempore Loren Legarda
Curatore: Carlos Quijon, Jr.
Espositore: Mark Salvatus
Il progetto artistico per le Filippine ruota attorno alle etno-ecologie del Monte Banahaw e di Lucban, la città natale dell’artista. Tra le fonti d’ispirazione vi è il modo in cui la montagna “ha plasmato la musica e la fede della gente“.
L’esposizione ha tratto il suo titolo dalle parole di Apolinario de la Cruz conosciuto come Hermano Poli (o Pule), il faro del popolo di Lucban che resisteva alla discriminazione della Chiesa cattolica spagnola. Concetti che si intendono esplorare includono “correnti di misticismo e modernità, il profondo passato e l’imminente futuro, così come la coincidenza tra il cosmopolita e il vernacolare“.
- FINLANDIA (AALTO) –
The pleasures we choose
Giardini
Commissario: Raija Koli, Frame Contemporary Art Finland
Curatore: Yvonne Billimore & Jussi Koitela
Espositore: Pia Lindman, Vidha Saumyaa e Jenni-Juulia Wallinheimo-Heimonen
L’esposizione integra le pratiche artistiche delle tre artiste, influenzate dalle loro esperienze personali di equilibrio strutturale, ambientale e sociale nel mondo.
Ognuna intreccia arte, vita e attivismo, utilizzando una vasta gamma di materiali e processi, come performance, poesia, ricamo, disegno e scultura. Le loro opere celebrano il piacere del potere personale come mezzi potenti per abitare, immaginare e ricostruire molteplici modi di vedere, interpretare e vivere il mondo, promuovendo la diversità e l’inclusione con punti di vista differenti.
- FRANCIA
– Attila cataracte ta source aux pieds des pitons verts finira dans la grande mer gouffre bleu nous nous noyâmes dans les larmes marées de la lune
Giardini
Commissario: Institut français
Curatrici: Céline Kopp e Cindy Sissokho
Espositore: Julien Creuzet
Julien Creuzet, incaricato di rappresentare la Francia alla 60. Biennale Arte di Venezia, ha svelato il suo ambizioso progetto per il Padiglione in una conferenza stampa tenutasi in Martinica, presso la Maison Glissant: un luogo carico di simbolismo e politica che già suggerisce le intenzioni dell’artista, con le curatrici: Céline Kopp, direttrice di Le Magasin, centro nazionale d’arte contemporanea a Grenoble, e Cindy Sissokho, curatrice, produttrice culturale e scrittrice con sede nel Regno Unito.
Più di 80 sculture, sei nuovi lavori video e sette sequenze musicali, per un’esperienza sensoriale complessa che invita il pubblico a immergersi profondamente nel mondo dell’artista franco-caraibico noto per le sue opere poliedriche che integrano poesia, musica, scultura, cinema e animazione, esplorando la complessa storia della Martinica tra colonizzazione, creolizzazione e migrazione.
GEORGIA
– L’arte di vedere – Stati dell’astronomia
Palazzo Palumbo Fossati, San Marco 2597
Commissario: Magda Guruli
Curatori: Julia Marchand, David Koroshinadze
Espositori: Nikoloz Koplatadze, Grigol Nodia, Juliette George, Rodrigue de Ferluc; Iliazd, Max Ernst, Ernst Wilhelm Tempel
Un progetto collaborativo di curatori e artisti provenienti dalla Georgia e dalla Francia, che presenta l’opera “65 Maximiliana o la pratica illegale dell’astronomia”, creata nel 1964 dall’artista, poeta ed editore georgiano Ilia Zdanevich con Max Ernst, per un innovativo concetto di archivio dinamico attraverso una prospettiva contemporanea.
- GERMANIA
– Thresholds
Giardini e isola della Certosa
Commissario: Ellen Strittmatter, Head of Art Department, ifa
Curatrice: Çağla Ilk, architetto e co-direttore al Germany’s Staatliche Kunsthalle Baden-Baden
Espositori: Yael Bartana, Ersan Mondtag, Michael Akstaller, Nicole L’Huillier, Robert Lippok, Jan St. Werner
The first thing that goes in memory loss is the very concept of the future. (La prima cosa che svanisce nella perdita di memoria è proprio il concetto stesso di futuro.) – Georgi Gospodinov, Time Shelter
L’arte tra storia e futuro attraverso il tema Thresholds (Soglie), che rappresenta il presente come un momento transitorio, in cui nessuno può rimanere, ma che esiste perché è qualcosa di accaduto e che deve ancora accadere. Le persone che hanno vissuto esperienze di migrazione, questo presente è visto come una soglia tra il passato e il futuro, mentre vivono al confine di diverse appartenenze.
Il contributo artistico al Padiglione tedesco esplora il concetto di soglie, gradini e confini attraverso tre scenari distinti: nel primo, l’artista Yael Bartana esplora un presente catastrofico, immaginando possibilità di sopravvivenza futura attraverso un lavoro che oscilla tra distopia e utopia; nel secondo scenario, Ersan Mondtag crea uno spazio che contrappone il carattere monumentale del padiglione a una narrazione frammentaria; il terzo coinvolge l’isola della Certosa, dove gli artisti Michael Akstaller, Nicole L’Huillier, Robert Lippok e Jan St. Werner creano un’installazione site-specific che enfatizza il concetto di passaggio e transizione.
- GIAPPONE
– Compose
Giardini
Commissario: The Japan Foundation
Curatore: Sook-Kyung Lee
Espositore: Yuko Mohri
Qual è il rapporto tra arte e vita? L’interrogativo fondamentale sul rapporto tra arte e vita costituisce il nucleo tematico che l’artista Yuko Mohri (nata nel 1980 a Kanagawa) affronta con la sua pratica artistica. Mohri emerge come una delle voci più significative e promettenti della sua generazione. La sua espressione artistica si distingue per un approccio che va oltre la mera creazione estetica: l’installazione e la scultura non sono soltanto mezzi per costruire o comporre, bensì strumenti per narrare e documentare fenomeni in continua evoluzione, permeati da una molteplicità di condizioni.
Attraverso un’esplorazione transmediale, che abbraccia anche il video e la fotografia, Mohri trasmette una riflessione profonda sulle dinamiche esistenziali e sociali. Il suo lavoro si configura come una sorta di cronaca visiva del mutevole panorama umano e ambientale, cogliendo l’essenza stessa della vita in tutte le sue sfaccettature.
- GRAN BRETAGNA –
Listening all Night to the Rain
Giardini
Commissario: Skinder Hundal MBE Global Director of Arts at the British Council
Curatore: Tarini Malik
Espositore: John Akomfrah
- GRANDUCATO DI LUSSEMBURGO
– A Comparative Dialogue Act (Un Dialogo Comparativo)
Arsenale, Sale d’Armi (primo piano)
Commissario: Kultur | lx – Arts Council Luxembourg per conto del Ministero della Cultura
Curatore: Joel Valabrega, Mudam Luxembourg – Musée d’Art Moderne Grand-Duc Jean
Espositori: Andrea Mancini & Every Island
Secondo la tradizionale idea per cui un’opera d’arte è il risultato del lavoro e della creatività di un singolo artista, il progetto ideato per il Padiglione del Lussemburgo, questa visione tradizionale viene sfidata offrendo uno spazio di produzione condivisa in cui più artisti collaborano per creare opere sonore collettive.
Durante la Biennale infatti, il padiglione ospiterà quattro artisti emergenti, provenienti da contesti culturali differenti: Selin Davasse (n.1992, Ankara), Célin Jiang (n.1993, Francia), Stina Fors (n.1989, Svezia) e Bella Báguena (n. 1994, Valencia), che realizzeranno e presenteranno nuove performance sonore, espandendo così la definizione di opera aperta a nuovi scenari.
- GRECIA
– Dryland
Giardini
Commissario: EΜΣΤ | Νational Museum of Contemporary Art, Athens
Direttore Artistico: Katerina Gregos
Curatore: Panos Giannikopoulos
Espositori: Thanassis Deligiannis, Elia Kalogianni, Giorgos Kyvernitis, Giannis Michalopoulos, Fotis Sagonas
- GRENADA
– No Man is an Island
Palazzo Albrizzi-Capello, Cannaregio 4118
Commissario: Susan Mains
Curatore: Daniele Radini Tedeschi
Espositori: Frederika Adam, Breakfast, Jason de Caires Taylor, Antonello Diodato Guardigli (ADGART), Alma Fakhre, Suelin Low Chew Tung, Gabriele Maquignaz, Lorenzo Marini, Benaiah Matheson, The Perceptive Group, Nello Petrucci
- Repubblica Islamica dell’IRAN – Of One Essence is the Human Race
Palazzo Malipiero, San Marco, 3198
Commissario: Mohammad Khorasanizadeh, Director General of Visual Art Office Ministry of Culture
Curatore: Shoaib Hosseini Moghaddam
Espositore: Jafar Vahedi
Padiglioni dalla H alla Q
- IRLANDA
- Romantic Ireland
Arsenale
Commissario: Culture Ireland
Curatori: Sara Greavu with Project Arts Centre
Espositore: Eimear Walshe
- ISLANDA –
That’s a Very Large Number – A Com-Merz-Bau
Arsenale
Commissario: Auður Jörundsdóttir
Curatore: Dan Byers
Espositore: Hildigunnur Birgisdóttir
- ISRAELE
– Motherland
Giardini
Commissari: Michael Gov e Arad Turgeman
Curatori: Mira Lapidot e Tamar Margalit
Espositore: Ruth Patir
- ITALIA
– Due Qui / To Hear
Arsenale
Commissario: Angelo Piero Cappello, Direttore Generale Creatività Contemporanea, Ministero della Cultura
Curatore: Luca Cerizza
Espositore: Massimo Bartolini con l’assistenza di Francesca Verga
Nel percorso espositivo, opere di altri artisti, giovani compositrici e musicisti, scrittori e poeti, contribuiranno a creare una rete di relazioni e collaborazioni, ampliando il dialogo su temi di natura e spiritualità. Al centro del padiglione si troverà un’installazione sonora e ambientale dell’artista Massimo Bartolini, che offrirà un’esperienza immersiva attraverso gli spazi espositivi, incluso il giardino adiacente.
Il progetto propone un’interpretazione incentrata sull’importanza di ascoltare se stessi come fondamento per comprendere le relazioni con gli altri. Due qui / To Hear ci invita a riflettere sul nostro ruolo nel mondo e sulle connessioni umane attraverso il suono e l’interazione con l’ambiente circostante.
Durante i mesi di apertura della Biennale è previsto un Public Program di incontri curato da Luca Cerizza e Gaia Martino, mentre un evento speciale nel Parco di Villa Fürstenberg a Mestre vedrà la realizzazione di una performance sonora Ballad for Ten Trees appositamente concepita da Massimo Bartolini, coinvolgendo dieci sassofonisti.
- Repubblica del KAZAKHSTAN –
Jerūiyq
Museo Storico Navale di Venezia, Riva San Biasio Castello 2148
Commissario: Aida Balayeva, Minister of Culture and information
Curatori: Danagul Tolepbay, Anvar Musrepov
Espositori: Kamil Mulashev, Saken Narynov, Yerbolat Tolepbay, Sergey Maslov, Anvar Musrepov, The2vvo
- KENYA – Roots of Return
Commissario: Milka Mugo
Curatore: Edward Mwaura Ndekere
Espositori: (TMMSAC) Elkana Ong’esa, Gerald Oroo Motondi, Robin Okeyo Mbera, John Tabule Abuya Ogao, Peter Kenyanya Oendo, Charles Duke Kombo
- Repubblica del KOSOVO –
The Echoing Silences of Metal and Skin
Museo Storico Navale della Marina Militare, Riva S. Biasio, 2148
Commissario: Hana Halilaj, National Gallery of Kosovo
Curatore: Erëmirë Krasniqi
Espositore: Doruntina Kastrati
Il Padiglione presenta un’installazione scultorea, che affronta il tema del lavoro femminile precario e delle disuguaglianze sul posto di lavoro. Attraverso l’indagine sulla perdita di industrie e fabbriche, e della riduzione delle regole sul lavoro, l’artista esplora le forme (im)materiali dell’impiego nelle industrie leggere, nel periodo successivo alla guerra del Kosovo del 1999, caratterizzato da una transizione radicale e improvvisa da un sistema socialista a un sistema di libero mercato.
Nonostante il lavoro salariato abbia garantito alle donne una certa indipendenza finanziaria e un certo grado di emancipazione sociale, l’aumento della presenza femminile nel lavoro ha perpetuato i ruoli di genere tradizionali, rendendo le donne economicamente vulnerabili e spingendole ai margini politici.
L’opera porta alla luce le narrazioni delle donne: storie di lavoratrici di una fabbrica di dolci turco a Prizren, seconda città più grande del Kosovo e città natale dell’artista.
- LETTONIA –
O day and night, but this is wondrous strange… and therefore as a stranger give it welcome
Arsenale
Commissario: Daiga Rudzāte
Curatore: Adam Budak
Espositore: Amanda Ziemele
Attraverso un atto di sottile ma audace sovversione, Ziemele trasformerà l’interno del Padiglione Lettone in un organismo vivente. Con maestria, saprà dominare lo spazio e le dimensioni, dando vita a un habitat polifonico di ospitalità che accoglierà gli spettatori.
Ispirata alle dee e ai concetti del celebre romanzo Flatland: A Romance of Many Dimensions pubblicato nel 1884 dall’autore inglese Edwin A. Abbott sotto lo pseudonimo di un quadrato, l’esposizione di Ziemele può essere interpretata come una parodia della società vittoriana, dove l’intera esistenza è ridotta a dimensioni geometriche.
- LIBANO –
Con il suo mito lei danza
Arsenale
Commissario/Curatore: Nada Ghandour
Espositore: Mounira Al Solh
- LITUANIA –
Inflammation
Chiesa di Sant’Antonin, Salizada Sant’Antonin, 3477
Commissario: Arūnas Gelūnas; Curatore: Valentinas Klimašauskas, João Laia
Espositori: Pakui Hardware (Neringa Černiauskaitė e Ugnius Gelguda) e Marija Teresė Rožanskaitė
Il Padiglione della Lituania, ambientato nella chiesa di Sant’Antonin, che ospita per la prima volta un padiglione, presenta un’installazione site-specific di Pakui Hardware e i dipinti figurativi di Marija Teresė Rožanskaitė (1933-2007).
Gli architetti Petras Išora-Lozuraitis e Ona Lozuraitytė-Išorė hanno creato uno spazio espositivo come un unico tecno-organismo ibrido, con superfici di suolo ibrido che richiamano la condizione di un corpo naturale infettato da materiali sintetici. Inflammation trasmette l’idea che l’infiammazione sia una condizione sistemica, facendo riflettere sugli effetti delle attuali condizioni economiche e sociali, in connessione tra i nostri corpi e il pianeta.
- Repubblica di MACEDONIA DEL NORD – Inter Spem et Metum
Scuola dei Laneri, Santa Croce 131/A, Fondamenta del Gaffaro
Commissario: Dita Starova Qerimi
Curatore: Ana Frangovska, consulente curatore presso la Galleria Nazionale della Macedonia
Espositore: Slavica Janeshlieva
“Spetta a ciascuno di noi scoprire il cigno dentro di sé.” Sono le parole della curatrice del progetto transmediale e transnarrativo di Slavica Janešlieva che si presenta come un’installazione spaziale immersa nei detriti della civiltà. Attraverso piattaforme e materiali multidimensionali come piume, segnali al neon a LED, proiezioni e specchi, Janešlieva conduce il visitatore nelle diverse matrici concettuali e narrative, invitandoci ad affrontare il sentimento di estraneità, sempre presente: in me, in te, in loro, in noi…
Una sfida dell’accettazione o del rifiuto delle etichette distinte, dalle più familiari e ordinarie alle più insolite, abbracciando le differenze di genere, orientamento sessuale, aspetto, atteggiamento, malattia, nazionalità, religione, lingua, orientamento politico…
- MALTA –
I Will Follow The Ship
Artiglierie, Arsenale
Commissario: Arts Council Malta
Curatori: Sara Dolfi Agostini e Elyse Tonna
Espositore: Matthew Attard
È la prima volta che il padiglione nazionale è affidato interamente a un solo artista maltese. Verranno esposte le ultime ricerche di Attard sull’intelligenza artificiale e sulla tecnologia digitale applicata al disegno. Il progetto trae ispirazione dall’interesse dell’artista per le immagini storiche di “ex-voto” navali, evocando antiche narrazioni locali, episodi di fede e salvezza nel Mar Mediterraneo.
Nel tentativo di esplorare il legame tra umanità, intelligenza artificiale e tecnologia digitale, il titolo fa riferimento all’interazione tra i termini inglesi “I” (Io) e “eye” (occhio), che simboleggiano la natura oggettiva e soggettiva del lavoro dell’artista. Inoltre, il titolo richiama l’uso dell’eye-tracker, lo strumento che registra il movimento degli occhi, come mezzo per disegnare, creando un parallelismo tra la storia tangibile del disegno e le varie forme digitali contemporanee.
- MESSICO –
Nos marchábamos, regresábamos siempre (Ci allontanavamo, tornavamo sempre)
Arsenale
Commissario: Ana Catalina Valenzuela González
Curatrice: Tania Ragasol
Espositore: Erick Meyenberg
Il padiglione messicano sarà un omaggio e un invito ad apprezzare l’insolito. Una proposta concettuale, teorica e artistica incentrata sulla riflessione e l’intima emozione della nostalgia come richiamo migratorio comune che fa parte della storia del Messico.
La video installazione, pensata per il Padiglione, cerca poeticamente di evocare lo spostamento e, contemporaneamente, la radicazione rappresentata dalla famiglia, oltre alla solennità dell’assenza, degli arrivi e delle partenze, o della condivisione di sogni su un futuro più favorevole per tutti.
- MONGOLIA
– Discovering the Present from the Future (Scoprire il Presente dal Futuro)
Arsenale Castello 2127A, Campo della Tana
Commissario: Nomin Chinbat, Minister of Culture of Mongolia
Curatore: Oyuntuya Oyunjargal
Espositore: Ochirbold Ayurzana
Le sculture interattive di Ochirbold Ayurzana esplorano la dimensione spirituale attraverso il tema della coscienza e la connessione dell’anima con il subconscio umano. Ispirate alla figura della divinità buddista Citipati, affrontano e riflettono su concetti profondi e attuali come la transitorietà della vita e l’impatto dell’innovazione tecnologica sulla società e sulla coscienza umana.
- MONTENEGRO –
It Takes an Island to Feel This Good
Complesso dell’Ospedaletto, Castello, 6691, Barbaria de le Tole
Commissario: Vladislav Šćepanović
Curatore: Ana Simona Zelenović
Espositore: Darja Bajagić
- NICARAGUA
Commissario: Eddy Luz Telleria Lanuza
- NIGERIA
– Nigeria Imaginary
Palazzo Canal, 3121 Rio Tera Canal, Dorsoduro
Commissario: Godwin Obaseki, Governor Edo State Government
Curatore: Aindrea Emelife
Espositori: Tunji Adeniyi-Jones, Ndidi Dike, Onyeka Igwe, Toyin Ojih Odutola, Abraham Oghobase, Precious Okoyomon, Yinka Shonibare CBE RA e Fatimah Tuggar
Aindrea Emelife, curatrice britannico-nigeriana presso il Museo dell’Arte dell’Africa Occidentale a Benin City, Nigeria, è alla sua seconda edizione di curatela del padiglione nigeriano. Quest’anno porta un gruppo di artisti di diverse generazioni per una mostra che guarderà con speranza al futuro, mentre considera la storia della Nigeria.
Emelife includerà anche un elemento di cultura pop, con estratti audio di musica contemporanea e suoni di un progetto avviato per la prima volta dal curatore lo scorso anno con musicisti locali a Lagos e Benin City; e una playlist accompagnatoria prodotta in collaborazione con l’etichetta musicale nigeriana Native Records.
- Sultanato dell’OMAN –
Malath – Haven
Palazzo Navagero Gallery, Castello 4147
Commissario: Sayyd Saeed bin Sultan bin Yarub Al Busaidi
Curatore: Alia Al Farsi
Espositori: Alia al Farsi, Ali al Jabri, Essa al Mufarji, Adham al Farsi, Sarah al Olaqi
Ispirato agli eventi significativi degli ultimi due anni in Oman, il padiglione è un viaggio cronologico attraverso il passato, evidenziando la ricca storia del Paese come crocevia di diverse culture. È stato creato un habitat astratto, incluso un percorso culinario, composto da elementi significativi per le generazioni future, come reliquie del presente destinati a essere tramandati e conservati nel tempo.
- OLANDA
– The International Celebration of Blasphemy and The Sacred
Giardini
Commissario: Mondriaan Fund
Curatore: Hicham Khalidi
Espositori: Cercle d’Art des Travailleurs de Plantation Congolaise (CATPC): Djonga Bismar, Alphonse Bukumba, Irène Kanga, Muyaka Kapasa, Matthieu Kasiama, Jean Kawata, Huguette Kilembi, Mbuku Kimpala, Athanas Kindendi, Felicien Kisiata, Charles Leba, Philomène Lembusa, Richard Leta, Jérémie Mabiala, Plamedi Makongote, Blaise Mandefu, Daniel Manenga, Mira Meya, Emery Muhamba, Tantine Mukundu, Olele Mulela, Daniel Muvunzi, René Ngongo, Alvers Tamasala, Ced’art Tamasala
Il Padiglione Olandese presenterà un collettivo, parte della comunità artistica della Repubblica Democratica del Congo, in collaborazione con l’artista Renzo Martens e il curatore, in un progetto che si impegna a liberare, rigenerare e trasformare la piantagione di Lusanga in foreste sacre, oltre a promuovere una maggiore riflessione spirituale, etica ed economica.
La mostra avrà luogo simultaneamente al Padiglione Rietveld a Venezia, sotto il patrocinio del Fondo Mondriaan, e al White Cube di Lusanga; un museo inaugurato nel 2017 da Martens e CATPC che comprende anche una scuola, una sala conferenze, una cucina e uno spazio sociale per la comunità. Per entrambe le esposizioni, il collettivo comunitario utilizzerà la terra delle ultime porzioni di foresta rimasta intorno alla piantagione, miscelandola con materiali estratti direttamente dall’area.
Inoltre, CATPC chiede il ritorno temporaneo della scultura sacra di Balot, attualmente custodita nel Virginia Museum of Fine Arts, ritenendo che molti musei occidentali siano stati finanziati con i profitti delle piantagioni. Il Padiglione Olandese si impegna a promuovere questa causa, mostrando l’impegno e il lavoro di CATPC per il recupero delle terre rubate e la rigenerazione delle foreste sacre.
- PAESI NORDICI (SVEZIA, NORVEGIA, FINLANDIA)
– The Altersea Opera
Giardini
Commissario: Moderna Museet, Stockholm
Curatore: Asrin Haidari, curatrice presso il Moderna Museet di Stoccolma
Espositori: Lap-See Lam con l’artista Kholod Hawash e il compositore Tze Yeung Ho
Per il padiglione nordico, l’artista svedese Lap-See Lam ha dato vita a una visione onirica: una nave a forma di drago, ispirata a un’imbarcazione cinese a tre piani che solca il mare da Shanghai a Göteborg (in Svezia). La testa imponente del drago e la prua di Lam si sposteranno dall’Arcipelago Artico alla Laguna, adornando l’esterno della struttura permanente del padiglione.
The Altersea Opera, della durata di un’ora, è una straordinaria opera d’arte che combina video, musica, scultura e tessuto, raccontando la storia di Lo Ting, una figura mitologica metà umana e metà pesce, che naviga attraverso epoche temporali distanti dal mare e dalla cultura che conosce.
Rappresentando tre paesi – Norvegia, Finlandia e Svezia – il padiglione nordico ha da sempre favorito un senso di collaborazione interculturale, un elemento che Haidari ha voluto mantenere vivo attraverso una produzione stratificata da collaboratori diversi fra loro, con background multilingue e culturale. Ibridità, spazi intermedi e storie migratorie rappresentano lo stato emotivo dell’esilio e dell’alienazione, ma anche della riconciliazione e della parentela.
- Repubblica di PANAMA –
Tracce: sul corpo e sulla terra
Spazio Castello 2131
Commissario: Itzela Quirós
Curatori: Ana Elizabeth Gonzalez, Monica Kupfer
Espositori: Brooke Alfaro, Isabel De Obaldía, Cisco Merel, Giana De Dier
- PERÙ
– Cosmic Traces
Arsenale
Commissario: Armando Andrade de Lucio
Curatore: Alejandro León Cannock
Espositore: Roberto Huarcaya
Terza edizione per il fotografo limeno Roberto Huarcaya, già presente a Venezia nel 2001 e nel 2016, con il progetto Cosmic Traces.
- POLONIA –
Repeat after Me II
Giardini
Commissario: Bartłomiej Sienkiewicz, Minister of Culture and National Heritage
Curatore: Marta Czyż
Espositore: Open Group (Yuriy Biley, Pavlo Kovach e Anton Varga)
Uno sguardo sulla narrazione della guerra attraverso un’installazione video che presenta il ritratto collettivo dei testimoni della guerra in corso in Ucraina: tutti civili con esperienza da rifugiati, che hanno condiviso i propri racconti di guerra attraverso i suoni delle armi che ricordano.
Questa installazione trasforma il concetto tradizionale di esposizione artistica in immersione nelle esperienze personali e traumatiche dei testimoni di guerra. Attraverso l’uso del karaoke, i visitatori vengono invitati a ripetere i suoni delle armi, creando una partecipazione attiva che sfida le convenzioni dell’arte contemporanea.
“Ripeti dopo di Me II” non è solo un’installazione artistica, ma un potente strumento di sensibilizzazione e comprensione delle realtà della guerra e del trauma umano. Attraverso la juxtaposition di filmati del 2022 e del 2024, l’opera dà uno sguardo penetrante sulla continuità della memoria e sui cambiamenti nella tecnologia bellica, evidenziando le sfide e le complessità del nostro mondo contemporaneo.
- PORTOGALLO –
Greenhouse
ACP – Palazzo Franchetti (II piano nobile), San Marco 2842
Commissario: Américo Rodrigues, Direção-Geral das Artes
Curatori/Espositori: Mónica de Miranda, Sónia Vaz Borges, Vânia Gala
Innovativo progetto che esplora le connessioni tra arte, teoria e insegnamento, trasformando lo spazio espositivo in un vivace crocevia tra giardino, archivio vivente e luogo per la creazione di uno scambio continuo tra gli artisti e il pubblico. Con un team curatoriale multidisciplinare composto da un artista visivo, un coreografo e un ricercatore, il progetto promuove azioni collettive che ricercano le relazioni tra ambiente naturale, ecologia e dinamiche politiche.
Padiglioni dalla R alla Z
- ROMANIA
– What work is
Giardini e New Gallery of Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica a Palazzo Correr, Campo Santa Fosca, Cannaregio 2214
Commissario: Ioana Ciocan Curatore, Ciprian Mureșan
Espositore: Șerban Savu e Atelier Brenda;
- Repubblica di SAN MARINO –
Nomader
Fucina del futuro, Castello 5063/B, calle San Lorenzo
Commissario: Paolo Rondelli
Curatrice: Alison M. Gingeras
Espositore: Eddie Martinez
La partecipazione della Repubblica di San Marino alla Biennale di Venezia riflette la lunga tradizione di accoglienza del paese verso artisti stranieri: una tradizione che affonda le radici nella storia di questo piccolo Paese, oggi importante centro turistico e universitario internazionale.
La vita nomade dell’artista americano Eddie Martinez è strettamente legata al tema della Biennale Arte 2024. Sin dall’infanzia ha viaggiato con la famiglia attraverso gli Stati Uniti da costa a costa, più volte l’anno. Un’esperienza che ha profondamente influenzato la sua visione del mondo e il suo approccio all’arte.
- SANTA SEDE
– Con i miei occhi
Casa di reclusione femminile di Venezia, Giudecca, Sant’Eufemia 712
Commissario: Cardinale José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede
Curatori: Chiara Parisi del Centre Pompidou-Metz e Bruno Racine, ex presidente della Biblioteca nazionale francese
Espositori: Maurizio Cattelan, Bintou Dembélé, Simone Fattal, Claire Fontaine, Sonia Gomes, Corita Kent, Marco Perego & Zoe Saldana, Claire Tabouret
Il Padiglione del Vaticano verrà ospitato nel carcere femminile della Giudecca, che conferisce un’ulteriore dimensione sociale e inclusiva all’evento, con la partecipazione di artisti e collettivi di spicco, tra cui figura Maurizio Cattelan, noto per le sue provocatorie opere artistiche, il quale presenterà un lavoro inedito.
Un’innovativa e coinvolgente iniziativa, che vedrà le detenute non solo partecipare attivamente alla mostra, ma anche recitare in un cortometraggio diretto da Saldana e Perego, contribuendo così alla creazione di un’esperienza artistica che si concentra sul tema dei diritti umani e sull’empowerment delle persone marginalizzate, in sintonia con il messaggio di Papa Francesco.
- SENEGAL – Bokk – Bounds
Arsenale
Commissario: Mariéme Ba
Curatore: Massamba Mbaye
Espositore: Alioune Diagne
- SERBIA –
Exposition Coloniale (Esposizione Coloniale)
Giardini
Commissario: Jelena Medakovic
Curatore: Ksenija Samadržija
Espositore: Aleksandar Denić
Il titolo dell’esposizione evoca le conseguenze dell’era coloniale, aprendo la strada all’esplorazione dell’artista sulle implicazioni contemporanee del colonialismo e sull’impatto continuo della divisione e della subordinazione dei popoli e delle culture.
L’artista cattura il momento in cui la storia si trasforma in biografia, seguendo la teoria di Heiner Müller sulla necessità costante di mettere in discussione i sistemi di pensiero e i valori tramite l’arte, capace di rendere la realtà un’esperienza impossibile.
L’eterotopia, concetto teorizzato da Foucault, si manifesta nella concezione di questa mostra, in cui lo spazio che, pur essendo fisicamente reale, contiene elementi simbolici e culturali che rappresentano un’alternativa al mondo esterno, offrendo nuove prospettive e stimoli intellettuali.
Attraverso una trasformazione degli elementi spaziali, l’artista genera una tensione che va oltre la semplice fisicità delle opere, coinvolgendo lo spettatore in una narrazione “multistrato” tra suoni, luci, e altri elementi sensoriali che contribuiscono ad arricchire l’esperienza, sfumando i confini tra realtà tangibile ed emotiva.
- Repubblica delle SEYCHELLES
Arsenale
Commissario: Emmanuel D’Offay
Curatore: Martin Kennedy
Espositore: Jude Ally, Ryan Chetty, Danielle Freakley, Juliette Zelime AKA Jadez
- SINGAPORE
– Seeing Forest
Arsenale
Commissario: LOW Eng Teong, Chief Executive Officer, National Arts Council, Singapore
Curatrice: Haeju Kim
Espositore: Robert Zhao Renhui
“Ogni foresta è liminale, persino una foresta che cresce nel centro di una città. Trascurata e sacrificabile nella pianificazione urbana, essa rimane un universo a parte”
La mostra nasce dalla collaborazione tra l’artista singaporiano e la curatrice, e vuole essere un omaggio alle foreste libere e non domate che si trovano ai margini della nostra vita urbana, offrendo un contrappunto distintivo al tema di questa edizione della Biennale.
Scoprire le foreste secondarie, cresciute dopo la deforestazione causata dall’intervento umano, lo sviluppo urbano o le coltivazioni intensive. Spesso invase da specie vegetali e animali introdotte nel XIX secolo, creando un confine tra la foresta primaria e le zone urbanizzate. Questo progetto invita alla riflessione sul complesso rapporto tra la presenza umana e quella non, su temi come colonizzazione, migrazione e sostenibilità, suggerendo che il confine tra città e natura potrebbe essere una frontiera molto più profonda di quanto si pensi.
- Repubblica SLOVACCA –
Floating Arboretum
Giardini
Commissario: Monika Krčmárik
Curatore: Lýdia Pribišová
Espositore: Oto Hudec
- Repubblica di SLOVENIA –
Garden Secret for You (Il segreto del giardino per te)
Serra dei Giardini di Castello, via Garibaldi 1254
Commissario: Martina Vovk
Curatore: Vladimir Vidmar
Espositore: Nika Špan
Per la prima volta il padiglione sloveno assume la forma di un progetto in uno spazio pubblico, affrontando la questione della mancanza di un padiglione nazionale permanente.
Il padiglione si presenta come un’opera architettonica scultorea, una struttura nomade che funge sia da padiglione nazionale che da straniero paradigmatico, una presenza simbolica e concettuale come espressione di altri e del diverso, che sfida le convenzioni e le aspettative dell’ambiente circostante.
- SPAGNA –
Pinacoteca Migrante / Migrant Art Gallery
Giardini
Commissario: AECID (Spanish Agency for lnternational Development Cooperation)
AC/E (Acción Cultural Española)
Curatore: Agustín Pérez Rubio
Espositore: Sandra Gamarra Heshiki
Il curatore e storico dell’arte Agustín Pérez Rubio ha lavorato con l’artista peruviana Sandra Gamarra Heshiki per rivisitare il concetto di museo nazionale con una prospettiva critica e anti-coloniale.
Gamarra ha condotto una ricerca su diversi musei in Spagna dal passato coloniale, creando una visione critica delle dinamiche di questa storia che si riflette ancora oggi. Migrazione, istruzione, e diversità di razza e genere sono i temi centrali di questa rilettura dell’istituzione museale.
Il padiglione incorporerà elementi di design riconoscibili dai musei di tutto il mondo, sfidando le convenzioni che conferiscono un senso di autorità e oggettività, mettendo in discussione l’approccio normativo dei musei alla museologia, sottolineando come la verità sia modellata dall’illuminazione, dai colori delle pareti e dall’etichettatura. Le opere d’arte presenteranno contro-narrazioni per ribaltare e sovvertire le rappresentazioni originali, incoraggiando gli spettatori a guardare oltre.
- STATI UNITI D’AMERICA –
The space in which to place me
Giardini
Commissario: Kathleen Ash-Milby, Louis Grachos, Abigail Winograd
Curatrici: Abigail Winograd e Kathleen Ash-Milby, rispettivamente curatrice indipendente e curatrice d’arte nativo-americana al Portland Art Museum
Espositore: Jeffrey Gibson
Per la prima volta gli Stati Uniti verranno rappresentati da un artista indigeno di origini Cherokee e Choctaw. Una scelta che segna un momento di rilevanza storica, in quanto mai prima d’ora un nativo americano è stato scelto per presentare una personale all’evento veneziano.
Jeffrey Gibson, con i suoi 51 anni, nativo di Colorado Springs ma da tempo residente a Brooklyn, appartiene alla Mississippi Band of Choctaw Indians, l’unica tribù indiana americana riconosciuta a livello federale. La sua esperienza personale e la sua eredità culturale indigena sono fonte d’ispirazione per le sue opere, che affrontano temi cruciali come identità e storia, appartenenza e appropriazione culturale.
Attraverso sculture sospese a forma di sacchi da boxe a tele di grande formato dai colori vivaci, Gibson trasforma il Padiglione degli USA in un percorso artistico fluido e coinvolgente, combinando performance e installazioni multimediali per offrire al pubblico un’esperienza multisensoriale di grande impatto emotivo.
- Repubblica del SUDAFRICA –
Terra Muta
Arsenale
Commissario: Nosipho Nausca-Jean Jezile, Ambasciatore del Sudafrica
Curatore: Portia Malatjie
Espositore: MADEYOULOOK Molemo Moiloa e Nare Mokgotho
- SVIZZERA –
Super Superior Civilizations
Giardini
Commissario: Fondazione Svizzera per la Cultura Pro Helvetia: Sandi Paucic, Rachele Giudici Legittimo
Curatore: Andrea Bellini
Espositore: Guerreiro do Divino Amor
Un progetto dell’artista svizzero-brasiliano Guerreiro do Divino Amor che presenta i nuovi capitoli della saga “Superfictional World Atlas”, intitolati “Il Miracolo di Helvetia” e “Roma Talismano”. Opera monumentale sviluppata dall’artista negli ultimi vent’anni, esplorando la relazione tra spazio urbano e immaginario collettivo, e indagando su temi come architettura, ideologia e identità nazionale.
L’installazione immersiva combina elementi architettonici classici con simboli di presunta superiorità razziale occidentale, creando una scenografia che suggerisce potenza e supremazia.
“Il Miracolo di Helvetia” rappresenta la Svizzera come un paradiso terrestre surreale, mentre “Roma Talismano” incarna l’immaginario della civiltà romana e la sua presunta superiorità morale e culturale. L’artista brasiliana Ventura Profana darà voce alla lupa capitolina, narrando le gesta di figure mitiche legate all’identità bianca e alla sua immaginaria superiorità.
- Repubblica Unita della TANZANIA – A Flight in Reverse Mirrors (The Discovery of Others)
La Fabbrica del Vedere, Calle del Forno 3857
Commissario: Leah Kihimbi, Assistant Director of Arts del Ministero della Cultura di Dodoma, delle Arti e dello Sport in Tanzania
Curatore: Enrico Bittoto
Espositori: Happy Robert, Naby, Haji Chilonga e Lutengano Mwakisopile
Alla Fabbrica del Vedere di Venezia, centro culturale fondato nel 2008 dal critico e regista veneziano Carlo Montanaro, e luogo dedicato alla storia e all’arte del cinema, gli artisti Happy Robert, Naby, Haji Chilonga e Lute Mwakisopile portano la cultura e la creatività del continente africano.
La Repubblica Unita della Tanzania sarà presente alla Biennale per la prima volta con un Padiglione Nazionale, offrendo l’opportunità di condividere la cultura e la creatività del Paese africano con un pubblico internazionale.
Il Padiglione esplora la complessa interazione tra l’uomo e la natura, focalizzandosi sull’evoluzione del concetto di “Altro” incarnato nell’archetipo del trickster, una figura mitologica che agisce come mediatore tra il divino e l’umano. Nel corso della storia, la percezione della natura e degli “altri” ha spesso generato pregiudizi e diffidenza, alimentati dall’ignoranza. Il progetto espositivo vuole evidenziare l’importanza di superare tali preconcetti per facilitare un dialogo costruttivo.
- Repubblica Democratica del TIMOR LESTE –
Kiss and Don’t Tell
Spazio Ravà, San Polo 1100
Commissario: Jorge Soares Cristóvão
Curatore: Natalie King
Espositore: Maria Madeira
- TURCHIA
– Vuoto e Rotto: Uno Stato del Mondo
Arsenale
Commissario: Istanbul Foundation for Culture and Arts (İKSV)
Espositore: Gülsün Karamustafa
L’artista un’installazione composta da opere scultoree realizzate con materiali trovati e invita i visitatori a riflettere sullo stato attuale del mondo, esplorando temi di devastazione e conflitti umani. L’esposizione offre uno sguardo intenso e provocatorio su una realtà segnata da guerre, migrazioni e minacce nucleari.
- UCRAINA
– Net Making
Arsenale
Commissario: Taras Shevchenko, Deputy Minister for European Integration
Curatori: Viktoria Bavykina and Max Gorbatskyi
Espositori: Katya Buchatska, Andrii Dostliev, Lia Dostlieva, Daniil Revkovskyi, Andrii Rachynskyi, Oleksandr Burlaka
- UGANDA –
Wan Acel. Tuli Bamu, Turi Bamwe, We are one
Bragora Gallery, Castello 3496
Commissario: Juliana Naumo Akoryo
Curatore: Elizabeth Acaye Kerunen
Espositori: Artisan Weavers’ Collective,Sana Gateja, Taga Nuwagaba, Xenson Ssenkaba, Jose Hendo, Odur Ronald
Il progetto per il padiglione è un invito a ridefinire l’arte attraverso il lavoro di un gruppo variegato di trenta artisti di diverse generazioni, operanti sia individualmente che collettivamente, e mettendo in discussione le narrazioni dominanti che influenzano la creazione e la conservazione dell’eredità artistica. Il titolo dell’esposizione rappresenta le origini senza confini degli artisti presenti, radicate nelle varie culture dell’Africa allargata. Attraverso un’esplorazione della memoria collettiva, lo sguardo intimo e multisensoriale punta sulla materialità e l’artigianato, invitando gli spettatori a porre domande come “Come stai?” invece di “Chi sei?” e “Perché sei qui?”, aprendo così la porta a un dialogo più profondo e significativo sulla natura dell’arte e della sua relazione con la società.
- UNGHERIA
– Techno Zen
Giardini
Commissario: Julia Fabényi, Director Ludwig Museum – Museum of Contemporary Art, Budapest
Curatore: Róna Kopeczky
Espositore: Márton Nemes
L’opera di Márton Nemes è influenzata dalle subculture techno, le sottoculture associate alla musica e alla cultura rave, che hanno radici nella musica elettronica, in particolare techno.
L’esplosione e l’arrangiamento pittorico conferisce nell’opera di Nemes un carattere psichedelico, evocando un’atmosfera visiva simile alle discoteche di oggi. Unendo pittura e scultora, le sue installazioni multimediali creano una dinamica spaziale ipnotica che spinge lo spettatore dal mondo reale e aspro in un campo cromatico fluido, vertiginoso e fluorescente.
Per il Padiglione ungherese ha progettato un Gesamtkunstwerk immersivo che si espande dalla pittura ai media. Il termine techno nel titolo si riferisce anche a techné e all’arte tecnologica; la fusione delle tecnologie e dei materiali industriali con un approccio più convenzionale si svela come un oggetto pittorico, un’installazione o un ambiente pittorico in movimento. Acciaio tagliato al laser, vernice per auto, lamiera di acciaio smaltata, proiezione, luci DMX, altoparlanti e ventole colorate sono gli strumenti che Nemes integra nella sua pratica per reinterpretare la tavolozza della pittura. In questo modo, crea un ambiente multisensoriale dove la vitalità della techno si trasforma in una risonanza zen.
- URUGUAY
– Latente
Giardini
Commissario: Facundo de Almeida
Curatore: Elisa Valerio
Espositore: Eduardo Cardozo
- Repubblica dell’UZBEKISTAN – Don’t Miss the Cue
Arsenale, Tese Cinquecentesche
Commissario: Art and Culture Development Foundation
Curatore: Center for Contemporary Art Tashkent
Espositore: Aziza Kadyri
Il padiglione è curato per la prima volta dal Centre for Contemporary Art Tashkent e alla guida l’artista uzbeka Aziza Kadyri.
In collaborazione con il collettivo Qizlar, il progetto artistico esplora le sfide di appartenenza e identità attraverso le storie di donne dell’Asia centrale, evidenziando il loro processo di ridefinizione durante la migrazione.
Il concept espositivo è strettamente connesso al tema della Biennale Arte 2024, offrendo ai visitatori un viaggio immersivo nella cultura e nella storia dell’Eurasia, con installazioni che reinterpretano il tradizionale ricamo uzbeko “suzane” utilizzando l’intelligenza artificiale.
Questa fusione tra tradizione e tecnologia riflette i cambiamenti culturali del mondo moderno per una nuova prospettiva sull’identità e sulla cultura.
- VENEZIA – Sestante domestico
Giardini
Commissario: Maurizio Carlin
Curatrice: Giovanna Zabotti
Espositori: Pietro Ruffo, Safet Zec e Vittorio Marella
L’esposizione rappresenta un viaggio attraverso la storia e l’introspezione personale, esplorando temi legati alla natura, all’amore e all’identità. Attraverso le poesie di Franco Arminio, le opere degli artisti, con il contributi di giovani talenti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia e gli artisti emergenti del concorso Artefici del Nostro Tempo, hanno l’obiettivo di sondare una dimensione affettiva e universale.
Uno sguardo intimo verso la ricerca di sé e di un senso di appartenenza nel sentirsi a casa in un mondo complesso e mutevole.
L’esterno del Padiglione sarà arricchito da un’installazione composta da fiori e luci, ospitando una scultura di Koen Vanmechelen.
- Repubblica Bolivariana del VENEZUELA –
Esperienza partecipativa. Juvenal Ravelo
Giardini
Commissario: Reinaldo J Landaeta Diaz
Curatore: Edgar Ernesto Gonzalez
Espositore: Juvenal Ravelo
Questo progetto è un omaggio al Maestro dell’arte cinetica e sociologo dell’arte alla Sorbona, con oltre 70 anni di ricerca e produzione artistica nazionale e internazionale, in cui difende la componente culturale dell’arte nella società.
Su un piano bidimensionale, la sua proposta si concentra sullo studio della luce, colore e forma in una dimensione di illusioni ottiche. In questo spazio “frammenta” e scompone la gamma cromatica attraverso una sequenza lavorata con mezzi diversi, per invitare lo spettatore a riflettere e interagire sugli effetti visivi creati. Ogni opera esposta costituisce un’installazione innovativa concepita ad hoc. Nelle opere si integrano le diverse ricerche sulla luce, parte essenziale del pensiero e del linguaggio visivo dell’artista.
La mostra utilizza nuovi mezzi e tecnologie, per creare un percorso immersivo, partecipativo e sensoriale mettendo a confronto i concetti propri dell’artista: l’effetto della doppia esposizione; l’instabilità ottica; la luce frammentata; l’ambiente dell’attività cromatica; la luce e il colore del nuovo millennio. Tre opere che dialogano tra l’analogico dell’arte-partecipazione, l’ambiente cinetico e l’arte digitale. È un incontro con l’esperienza fisica della luce e del colore attraverso interazioni dinamiche.
- Repubblica dello ZIMBABWE –
Undone
Santa Maria della Pietà, Castello, 3701
Commissario: Raphael Chikukwa, National Gallery of Zimbabwe
Curatore: Fadzai Veronica Muchemwa
Espositori: Gillian Rosselli, Kombo Chapfika, Moffat Takadiwa, Sekai Machache, Troy Makaza, Victor Nyakauru
Immagine copertina di Andrea Antoni Stailuan.
Tutte le foto:
La foto dei Giardini e del Padiglione Centrale è di Andrea Avezzù.
Ochirbold Ayurzana, foto di Sukhzorig Bayansan ©/cortesia di 2024mongolian-pavilion.org
Artist Robert Zhao Renhui with Curator Haeju Kim, 2023. Image courtesy of the Artist
Andrea Mancini & Every Island ©Alessandro Simonetti
Ced’art Tamasala (CATPC), Matthieu Kasiama (CATPC), Renzo Martens, Hicham Khalidi, Mbuku Kimpala (CATPC). ©Koos_Breukel, 2023
Bauhaus Center Tel Aviv © Achim Sorg
Ritratto di Nina Khemchyan di Zaven Khacikyan. Courtesy of Nina Khemchyan
Pia Lindman, Installation view of Nose Eyes Ears at 32ª Bienal de São Paulo, 2016. © Pedro Ivo Trasferetti: Fundação Bienal de São Paulo. Courtesy the artist
Matthew Attard, Eye-tracking concept sketch (I WILL FOLLOW THE SHIP), 2023 Eye-tracking drawing, Photo, Generative Algorithm Digital image – Variable dimensions © Matthew Attard and Galleria Michela Rizzo
Eva Koťátková e Hana Janečková, photo by Aleksandra Vajd
The artists of the German Pavilion 2024 photographed by Andrea Rossetti, Nick Ash
Gülsün Karamustafa, Mistik Nakliye, 1992. “Saat Kaç?” 2019. Foto di Can Yıldırım
Aziza Kadyri and Qizlar collective, courtesy of Uzbekistan Art and Culture Development Foundation
Guerreiro do Divino Amor e Andrea Bellini, Artista e Curatore del Swiss Pavilion 2024. Ph. © Samuele Cherubini
Creole Garden, Monica de Miranda, 2024
We are one by Acaye Kerunen
L’esterno del Padiglione Venezia è della Pagina Facebook del padiglione
Luca Cerizza e Massimo Bartolini © Matteo de Mayda
Pakui Hardware, Inflammation, 2023. Photo: Ugnius Gelguda. Courtesy of the artists, Lithuanian National Museum of Art and Carlier|Gebauer (Berlin/Madrid)
Vusala Agharaziyeva, Pink Planet, 2024. Photo by Nigar Rzayeva. Image courtesy of Vusala Agharaziyeva
Edith Karlson portrait by Alana Proosa
Ishola Akpo © Joannes Mawuna
Chloé Quenum © Tadzio
Moufouli Bello © Moufouli Bello
Romuald Hazoume © J-D Burton
Ritratto di Vlatka Horvat by Hugo Glendinning
Luciana Lamothe, Portrait 2024. Ph Lucia Bonells
Petticoat Government, Portraits. N°1 Sophie Boiron N°2 Valentin Bollaert N°3 Simona Denicolai N°4 Pauline Fockedey N°5 Pierre Huyghebaert N°6 Antoinette Jattiot N°7 Ivo Provoost, 2023. Courtesy Petticoat Government (Denicolai & Provoost, Antoinette Jattiot, Nord, Spec uloos)
Céline Kopp, Cindy Sissokho et Julien Creuzet © Magasin CNAC. Photo by Pascale Cholette
Abdullah Al Saadi at his studio, Image courtesy of the National Pavilion UAE-La Biennale di Venezia, Photo by Roman Mensing
Amanda Ziemele. Photo: Kristīne Madjare. Culture project agency INDIE
Yuko-Mohri_portrait_Photo-kugeyasuhide
Erick Meyenberg. ‘Things We Do for Love’. Arte Abierto. Foto Oscar Caballero
Jeffrey Gibson, Kathleen Ash-Milby, Abigail Winograd, Louis Grachos
Claire Fontaine, Siamo con voi nella notte (2007), Blue Led letters, framework, transformers and cables. Photo by Leonardo Morfini, copyright Studio Claire Fontaine, Courtesy of Claire Fontaine
Ritratto di Valeria Montti Colque nel suo studio by Stefan Wrenfelt
Ritratto di Mark Salvatus. Photo Sharjah Art Foundation
Happy Robert, Haji Chilonga e Lutengano Mwakisopile by Rangi Gallery
Vittorio Marella per il Pad. Venezia 2024
‘Soon Will Summer be Over’ series 2023. Image credit Inuuteq Storch
Portrait of Aindrea Emelife. Courtesy of Aindrea Emelife
Sandra Gamarra Heshiki, Migrant Garden VI, 2024. Photo by Antoine Henry Jonquères. Courtesy of Ministry of Foreign Affairs, European Union and Cooperation of Spain
Portrait of Asrin Haidari by Ikram Abdulkadir. Courtesy of Moderna Museet
Portrait of Lap-See Lam with dragon head made by Lu Guangzheng, for The Altersea Opera, 2024. Photo by Mattias Lindbäck/Moderna Museet. Courtesy of Moderna Museet
Behind the scenes of the production for the Techno Zen project 2024 Budapest Photography Ornella Mari
Koo Jeong a portrait Pilar Corrias
Open Group (Yuriy Biley, Pavlo Kovach, Anton Varga), Repeat after Me, 2022, video, © Open Group
Nika Špan. Courtesy of the artist
Shifting Sands: A Battle Song ph Iman Aldabbagh. Courtesy of the Visual Arts Commission, Ministry of Culture
Iva Lulashi, Qualunque sia il suo nome (Whatever its Name is), 2021. Oil on canvas, 69 x 69 cm. Courtesy of the artist. Private collection. Photo: Ludovica Mangini
Bruno Hibombo as Past Lo Ting. Lap-See Lam, “The Altersea Opera”, 2024. Photo: Mai Nestor/Moderna Museet. Textile work © Kholod Hawash. © Lap-See Lam. Courtesy the artist, Galerie Nordenhake and Moderna Museet
Inter Spem et Metum, 2024 (detail). Installation with mirrors, dimensions variable. Photo: Robert Jankuloski
Ritratto di Roberto Huarcaya foto © Luis Gonzáles