Storie di Moda. Gli abiti dell’Atelier Pietro Longhi alla Scuola Grande San Giovanni Evangelista narrano la storia della Scuola e di Venezia
Storie di Moda è la mostra di abiti storici veneziani dal 6 luglio alla Scuola Grande San Giovanni Evangelista. Diciotto abiti dell’Atelier Pietro Longhi raccontano le vicende della Scuola e della città dal XIII al XX secolo.
La mostra è ideata e realizzata dal sarto e costumista Francesco Briggi.
Storie di Moda
Venerdì 6 luglio
Scuola Grande San Giovanni Evangelista
Diciotto abiti per diciotto date nella storia della Scuola
Attraverso diciotto abiti storici, provenienti dall’Atelier Pietro Longhi, sinonimo di ricerca e manualità artigianale, si ripercorrono le vicende che hanno segnato l’evoluzione della Scuola San Giovanni Evangelista a cui s’intreccia la storia della città di Venezia.
Nella settecentesca Sala Guarana, recentemente restaurata e aperta al pubblico, gli abiti divengono espressione di un’epoca, con le proprie censure, stravaganze e dettami. Il gusto veneziano raffinato e talvolta eccentrico divenne oggetto di ammirazione ben oltre la penisola grazie ai dipinti di celebri artisti.
L’esposizione prende il via con l’abito di un crociato, in ricordo della fondazione della Scuola avvenuta nel 1261. Troviamo poi una dama del 1300, periodo in cui la Scuola acquisisce la preziosa Reliquia della Vera Croce (1369) e Venezia getta le basi del proprio impero economico.
Dalla nascita della Scuola nel periodo medievale si passa al fiorente Rinascimento con due abiti. Il primo riproduce quello della Regina Cornaro, immortalato nel dipinto di Gentile Bellini, il secondo di foggia maschile dove calzabrache e farsetti, indossati dai giovani, sostituiscono gabardine e gonnellini.
Un altro pittore corre in aiuto nell’identificazione dei costumi rinascimentali: è Veronese, artista attivo nel contesto veneziano con il dipinto della Dama con il guanto e il ritratto di un uomo in velluto nero, tipico colore degli artisti e degli uomini dotti del periodo.
A rappresentare il Seicento sono due abiti di influenza francese. Dopo lo splendore rinascimentale veneziano, Parigi dettò le regole dei costumi nelle maggiori città europee quasi a dimostrazione della perdita del primato di Venezia nel mondo della moda.
Durante il Settecento sotto la direzione dell’architetto Giorgio Massari iniziò il radicale restauro delle strutture murarie del Salone capitolare della Scuola e la cura maniacale dei dettagli con lo sfoggio del rococò veneziano e il sapiente utilizzo della luce. Proprio in questo periodo venne realizzata la Sala Guarana, sede dell’esposizione.
Dal periodo buio ottocentesco alla fioritura nel Novecento
Nel 1806, anno di un leggero abito in seta rigata, la Scuola affrontò uno dei periodi più difficili, con la soppressione napoleonica seguita dalla dominazione austriaca fino alla rinascita nel 1856.
Il rifiorire della Scuola viene rappresentato da due abiti, uno femminile e uno maschie, che segnalano la svolta della Confraternita e anche della moda. L’uomo indossa una finanziera, attuale anche ai giorni nostri, la donna invece continua l’arte della sperimentazione.
Accanto alla coppia ottocentesca, una dama della fine del secolo dimostra il ruolo di Venezia come meta del turismo internazionale.
La mostra termina con l’anno 1910, quando Venezia vive un momento di massima luce riprodotto dall’abito della dalla contessa Adriana Marcello, moglie del conte Marcello, confratello della Scuola Grande e promotore del rilancio culturale del merletto veneziano, con la fondazione nel 1872 della Scuola dei merletti di Burano.
Foto di Marco Sartori, Massimo Peca
Storie di Moda
Venerdì 6 luglio
Scuola Grande San Giovanni Evangelista
San Polo 2454
30125 Venezia (VE)
Tel. 041 718234
www.scuolasangiovanni.it
info@scuolasangiovanni.it
Ingresso a pagamento.
€ 8 per la visita alla sola mostra.
€ 15 per la visita alla mostra e al complesso monumentale della Scuola.
Orari:
9.30 e 14.30
Per informazioni: www.scuolasangiovanni.it/appuntamento/storie-di-moda/